“Un fiore… come me” (VIDEO)

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di Anna Copertino

Presentato presso la Sala Giunta a Palazzo Santa Lucia, dal presidente Stefano Caldoro, il libro “Un Fiore…come me” della giornalista Giuliana Covella.
Al tavolo, con il presidente Caldoro e l’autrice, anche Paolo Siani presidente della Fondazione Pol.i.s., e Don Tonino Palmese , di Libera e Vicario Episcopale per la Carità della Diocesi di Napoli.
Tra i tanti intervenuti, i Familiari delle Vittime Innocenti di criminalità, e l’Avv. Elena Coccia, difensore delle Famiglie Buonocore e Sorrentino.
Il volume, racconta le storie di dieci donne campane, perché è la Campania a vantare il più alto numero di vittime della criminalità, vittime di camorra e di violenza umana, vittime di quell’amore malato che troppo spesso non viene denunciato.
Giuliana Covella, nel suo libro “diventa” le vittime, nella loro vita, con i loro desideri, sogni ed aspirazioni.. con la loro voglia di vivere…. Donne uccise, recise come fiori, dalla mano criminale.
La presentazione ha avuto inizio con visione di un video, a cura di Ferdinando Maddaloni e la lettura di un brano del libro, che ha subito creato grande emozione.
Come non emozionarsi ed “arrabbiarsi” guardando i volti di Rosaria, sorella di Nunzia Castellano, o di Mena, figlia di Giuseppina Di Fraia, o gli occhi di Francesco, fratello di Mena Morlando, o le mani giunte e strette, a quelle della moglie, di Francesco il fratello di Gelsomina Verde.
Di tutti gli altri presenti che, anche se non hanno la loro” Vittima”, nel libro della Covella, condividono lo stesso dolore.
Per ciò, bisogna avere il coraggio di indignarsi, di ribellarsi e sopratutto di fare memoria, perché il sacrificio di queste persone, tolte barbaramente ai propri cari non venga mai dimenticato, e che non sia considerato una normalità.
Che non ci siano più : Emiliana, Enza, Fiorinda, Matilde, Mena, Gelsomina, Nunzia, Palma, Pina e Teresa, a riempire le prime pagine dei nostri giornali.
Che non ci siano familiari a piangere “indefinitivamente ” madri, padri, figli, e fratelli.
– Mi sono inventato di essere una lacrima, perché, solo questo posso essere per queste donne
Io sono una lacrima ed ho il privilegio di attraversare il tratto più nobile dell’uomo: il volto.-
Don Tonino Palmese