di Francesco Monaco
Ti prendo e ti porto via. Non è solo il titolo di una nota canzone di Vasco, ma anche la filosofia, il modus operandi made in Paris Saint Germain. Quando si ha una disponibilità economica, quasi “illimitata”, come quella dello sceicco padrone del club parigino non ce n’é per nessuno. Veni, vidi, vici si potrebbe dire.
Anche Cavani, alla fine, ha ceduto. Davanti ad un contratto da 10 milioni netti a stagione per cinque anni non ci sono valori né sogni che tengano. E allora l’aspirazione di giocare nel Real Madrid, cullata fin da bambino, ritorna mestamente nel cassetto perché la realtà è un’altra.
Cavani al Psg era trasferimento deciso ormai da tempo, ma i tifosi tutti (e anche il Presidente) hanno sperato, quando ancora non c’era l’ufficialità, che il Matador potesse ripensarci in qualche modo. Poi lo sbarco a Parigi, nell’indifferenza quasi totale, le visite mediche ed infine la presentazione oggi, cominciata con due ore di ritardo ufficialmente perché doveva arrivare il placet da Napoli.
“Sono felice di essere qui. Arrivo in una grande squadra e voglio vincere la Champions“. Queste le prime parole dell’acquisto più costoso della storia della Ligue 1.
Ritrova due ex compagni di squadra l’uruguayano: Lavezzi e Pastore. Anche se il calciatore con cui era più in contatto era Lugano, suo connazionale.
Non manca nemmeno un breve, frettoloso, saluto alla sua vecchia squadra: “Avrò Napoli sempre nel cuore. Gli auguro il meglio, è una grande squadra e una grande città, ma ora sono un giocatore del Psg“.
Napoli è il passato dunque. Ora bisogna voltare pagina. Gli azzurri perdono il loro bomber, ma guadagnano 63 milioni tutti da investire per non far rimpiangere chi è partito.
Allora adieu Cavani, al cuor non si comanda. Pardon, ai soldi.