di Michele Longobardi
Sicuramente l’avrete notato, l’A.S. Roma indossa magliette senza uno sponsor ufficiale. In un’era in cui il calcio è diventato uno dei business più importanti e ricercati al mondo, basti pensare a come sceicchi e petrolieri facciano a gara per accaparrarsi la presidenza di una squadra di calcio, vedere una squadra senza marchio sulle divise fa una strana sensazione.
Il marketing nel calcio è importante, bisogna saper vendersi molto bene. E’ una questione di immagine, nazionale ed internazionale, infatti, nella tournée americana di questa estate, quasi non sembrava vero vedere la Roma della proprietà americana, guarda un po’, correre per il campo sprovvista di sponsor. E’ una questione di contanti, gli sponsor ne assicurano un bel po’, alla fin fine, gira che ti rigira, la questione è sempre quella.
E sembra, per questo, molto strano che delle vecchie volpi come i signori che si trovano a ricoprire ruoli di rilievo all’interno della società, non si siano accorti che il contratto con la Wind fosse agli sgoccioli. Una svista non da veri uomini d’affari, nel calcio si deve essere anche tali, se non soprattutto tali. Nel mentre, potevano ingolosire altri sponsor, si era parlato della Volkswagen, ma la partnership pare fosse troppo onerosa – circa 8 milioni di euro.
Ma tutto questo per dire cosa? Volete la verità? Non lo sa neanche chi scrive questo articolo, infatti, a chi scrive questo articolo sembra tutta fuffa. Non ne sa nulla il sottoscritto di economia aziendale (le squadre di calcio sono aziende, questo ormai si sa), ma quel che sa il sottoscritto è che la Roma è prima a punteggio pieno, con una difesa solidissima, un attacco che porta al gol molti uomini, un allenatore che sa il fatto suo.
Non c’è lo sponsor tecnico, ma se i risultati del campo sono questi è davvero tanto importante? Ma soprattutto, dipende dallo sponsor un primo posto in classifica?