di Diego Scarpitti
Vico Caricatoio ai Cariati, civico 7-8. Quartieri Spagnoli. In un’insolita location viene inaugurata a Napoli la Casa del Giornalista. L’ubicazione è presto spiegata. Un bene sottratto e confiscato alla camorra diventa un bene comune per l’impegno del Coordinamento giornalisti precari della Campania, assegnatario e gestore dei locali. Nonostante le lungaggini burocratiche, le manifeste e ripetute intimidazioni, gli evidenti problemi logistici di un territorio da sempre oggetto della cronaca quotidiana, al via “uno spazio da riempire”, come l’ha definito Massimo Romano.
Per la prima volta in Italia i giornalisti provano a gestire una struttura non più della criminalità organizzata. Per farne non solo un simbolo di legalità ma anche e soprattutto per promuovere la professione, per diffondere cultura e valorizzare una zona storica della città. Si tratta di un punto di partenza e non di arrivo. Lodevoli, dunque, le intenzioni del progetto.
Intraprendenti e coraggiosi pionieri dell’iniziativa i giovani precari, desiderosi di “aprire ampi orizzonti”. La Casa del Giornalista, oltre che informare, vuole porsi come presidio dello Stato, volto a riaffermare gli interessi pubblici contro l’antistato. “Un bene che deve vivere”, ha dichiarato Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. L’iter, iniziato nel 2011 e protrattosi troppo, si è concluso positivamente attraverso la proficua sinergia tra Comune, Prefettura e Forze dell’ordine, superando condizioni ambientali davvero difficili.
“Un’occasione di incontro e di crescita, soprattutto a vantaggio dei colleghi meno fortunati”: il saluto di Alessandro Sansoni, componente del Consiglio Ordine nazionale. “Con un atteggiamento mutualistico e con la solidarietà dei colleghi si combattono la crisi e i soprusi nei confronti dei più giovani”.
“Giornata storica – secondo Alessandra Clemente, assessore alle Politiche sociali e giovanili – poiché si attribuisce il giusto riconoscimento istituzionale a quelle professionalità e competenze molte volte non riconosciute e valorizzate nelle testate del nostro Paese”. Giovani giornalisti non il futuro prossimo bensì il presente vivo, scatenati dalla voglia di affermarsi e di affermare sempre la verità.
Si respira già aria di cambiamento e riscatto. Partendo dalla Casa del Giornalista.
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2 dicembre 2013