di Anna Copertino
Da quella che fu la villa del boss Luigi Mele, da dove 13 anni fa fu decisa e partì la spedizione punitiva contro il clan Lago che provocò invece la morte di due giovani innocenti, colpevoli solo di essere sotto casa, nasce la speranza.
Era la sera del 10 agosto del 2000 stavano salutandosi ed augurandosi buone vacanze, si sarebbero rivisti dopo l’estate. Gigi Sequino e Paolo Castaldi trovarono la morte insieme, uniti come erano sempre stati nella loro breve e giovane vita. Finalmente quello che fu un luogo di morte oggi si riscatta, la villa del boss a Pianura diventa “La casa del Giovane” e viene intitolata a Gigi e Paolo, e poco importa se come ultimo sfregio prima di abbandonare per sempre la villa, “gli amici dei camorristi” hanno lasciato un regalo in via Pignatiello. Hanno sventrato la villa, strappato tutto l’impianto elettrico, tolto infissi, termosifoni e mattonelle, smantellato pareti e scale. “Se questo è uno Stato, siete la mafia” la scritta in rosso, lasciata sui muri al piano terra della villa del boss.
Mancano ancora le porte e finestre, non ci sono più le ringhiere ai balconi, hanno tolto gli igienici ai bagni, i locali sono da ristrutturare, ma all’interno di questo bene confiscato nascerà un centro d’aggregazione per centinaia di giovani che da sempre lottano contro la criminalità organizzata. A partire da oggi c’è un gruppo di giovani delll’associazione San Mattia Onlus, che lotterà contro l’illegalità e lo farà nel nome di Gigi Sequino e Paolo Castaldi, vittime innocenti di quei “bastardi camorristi”, come li ha definito il parroco Don Vittorio Zeccone, all’inaugurazione del bene confiscato in una cerimonia a cui hanno presenziato i vertici delle forze dell’ordine, della magistratura, e i simboli della lotta alle mafie.
In prima fila con Rosaria, mamma di Gigi, e Rosa e Vincenzo, i genitori di Paolo, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il pm Marco Bottino, il Coordinamento Campano familiari vittime innocenti di criminalità, l’assessore alle Politiche Giovanili Alessandra Clemente, l’ex assessore alla Salute Pina Tommasielli, l’ex procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore, don Tonino Palmese di Libera, e Lucia Rea del Consorzio Sole sui beni confiscati. Presente anche Luigi Cuomo dell’associazione Anti racket di Quarto.
Tanti giovani in una giornata speciale in quella che ora si chiama la “Casa del Giovane” in nome di Gigi e Paolo, in un quartiere, Pianura, che ancora fa parlare per le sparatorie, che ancora purtroppo vive faide di camorra. Ma questa casa è una speranza, un raggio di sole in una terra che chiede riscatto per se ed i suoi morti innocenti.
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14 dicembre 2013