Biglietto di sola andata per il mondo – Quando i cervelli fuggono dall’Italia e non tornano più

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di Maria Stella Rossi

 

Nuovo acido anno, nuovo acido tema amici! Sì, dopo una settimana di assenza causa febbre, calo di voce, abbuffate, antibiotico e aerosol sono tornata a tormentarvi assieme alla mia immancabile visione del mondo.

In questi giorni ho come al solito pensato al tema da proporre e, tra i vari propositi fatti per il 2014, ho avuto una nuova illuminazione. No, tranquilli, non vi costringerei mai a pensarmi concentrata, a braccia conserte e gambe incrociate mentre cerco un’idea su cui sparare a zero. Così come non vorrei mai che mi vedeste il secondo dopo aprire gli occhi di scatto, issare su il capo, schioccare le dita e avere una lampadina da cento watt sopra la testa che si illumina improvvisamente! Però, così, per dire, se volete proooprio immaginarmi in queste vesti da genio incompreso non dico di no!

Ma bando alle ciance, questa settimana la rubrica Acida Mente sarà incentrata sui… cervelli in fuga. E vi sbagliate se crediate che parli del “diventerete”, “comico”, “assolutamente fine” e “originale” film lanciato da poco nei cinema. Ebbene sì, mi sono resa conto che i 100 minuti sprecati per guardarlo avrei potuto spenderli in altre mansioni… tipo, non so… fare un puzzle, aiutare la nonna a lavorare a maglia tenendole la lana, fare shopping per la gioia di papà, tingermi i capelli di amaranto o fare io stessa qualcosa di demenziale ficcandomi nel naso due stecche di legno imitando un tricheco! Insomma, ecco come sprecare minuti preziosi della propria vita.

Dobbiamo ricordare che il fenomeno dei cervelli in fuga (ho accennato qualcosinainaina qui) è davvero serio e a tratti anche pericoloso per il progresso dell’Italia. Non voglio fare la morale o altro, ma è degradante e anche umiliante vedere come eccellenti menti nostrane siano costrette a lasciare il Paese (addirittura due illustri scienziati sono stati esiliati tempo fa) perché all’estero oltre ad avere possibilità di trovare lavoro, possono fare carriera e soprattutto hanno a disposizione tutti i mezzi utili e necessari per le loro ricerche.

Bisogna ricordare anche che il 90% di queste persone, costituite per lo più da neolaureati, non fanno neanche più ritorno, quindi oltre ad avere una perdita molto grave di gioventù, aggraviamo la nostra bilancia anche con il fatto che l’Italia non è più appetibile né per i suoi cittadini e né per quelli stranieri.

Eh, ma tanto chi se ne frega se i laureati scappano via a gambe levate il giorno dopo aver conseguito la laurea, vero? Perché attualmente le cose più impellenti sono il “meno male che Silvio c’è”, “il Bunga Bunga”, l’eccitantissima e meravigliosa soap tra Raffaella Fico e Mario Balotelli (ma sinceramente, può davvero fregarcene qualcosa di questi due?) o dei VIP bloccati a Cortina (povere stelline adorate, senza la loro jacuzzi funzionante e il caviale saranno stati costretti a lavarsi e a nutrirsi come noi poveri comuni mortali! Questi sono problemi seri, eh, non sottovalutiamoli)!

Parliamoci chiaro, dai, all’Italia dei cervelli in fuga non gliene frega un caz… ehm… un cavolo. La situazione è un po’ come quella che vivono alcune persone affette da handicap. Le aziende vogliono assumerli, gli imprenditori si fanno fotografare con loro per finire in prima pagina, ma alla fine è tutta immagine! Alla maggior parte dei proprietari non importa nulla del fatto di aver assunto un handicappato e la stessa cosa fanno le politiche nostrane!

“Il 2014 sarà l’anno della ripresa!”, “La riforma del lavoro è impellente.” e via discorrendo con le solite tarantelle che ormai conosciamo tutti a memoria, che non fanno altro che illuderci facendoci pensare che al signorotto che sta bene economicamente interessi qualcosa di chi non ha un lavoro. Sembra quasi che il copione sia lo stesso, gli attori per la maggior parte anche e che la situazione non si smuova di un millimetro. Insomma, la solita presa per i fondelli!

E intanto chi è che ci rimette? Il giovane ragazzo o la giovane ragazza che decide di trasferirsi, di andare via alla ricerca di un Paese dove i problemi delle persone stanno un po’ più a cuore ai Governi! Sia chiaro, non sono scema, so che il posto perfetto non esiste, così come so che MagnificoLandia è un’utopia bella e buona e che ogni Nazione ha i suoi problemi da risolvere.

Il punto, però, è che l’Italia di problemi ne ha davvero troppi! Una qualità di vita troppo alta con stipendi troppo bassi, dove lo Stato pensa bene di tartassarti peggio di un usuraio e dove un vecchietto che ha lavorato una vita intera è costretto a rovistare nella spazzatura o a rubare nei supermercati.

Alla luce di tutto ciò mi chiedo: come può questo Paese rendersi di nuovo competitivo e appetibile se si spreca denaro in futili sciocchezze (cari politici, ormai sappiamo come sono utilizzati i fondi pubblici e soprattutto come riuscite a rubarli sottobanco), se le facce sono sempre le stesse e se il detto “largo ai giovani” viene bellamente buttato nel cesso?

Forse la risposta ce l’ho, anzi, forse l’ho sempre avuta sotto al naso: il problema non sono i vecchi, ma i ragazzi di oggi. Siamo in un’Italia dove il raccomandato, l’incapace, lo stupido, l’ignorante va avanti, mentre chi ha un po’ di sale in zucca è costretto ad emigrare. Andiamo, chi non ha la gallinella dalle tette o dalle labbra rifatte in ufficio? Quella persona che probabilmente scambia la cornetta di un telefono per un gioco erotico? Oppure il palestrato tutto muscoli, pelle depilata, abbronzata e oliata, che sa a malapena parlare?

Dai, immaginatevi la scena! Prima mattina, il sole è alto nel cielo, gli uccellini cinguettano e voi alle 08.00 in punto siete in ufficio. Vi sedete, cominciate a trafficare al computer sorseggiando del caffè preso alla macchinetta e poi… BAM! Ecco che le porte si aprono ed entra lei, con i capelli ossigenati da sembrare quasi bianchi, vestito leopardato inguinale, seno rifatto quasi totalmente di fuori, labbra gonfiate all’inverosimile, trucco pesante, botox fresco di giornata appena iniettato e tacchi vertiginosi da saperci almeno camminare.

E voi neolaureati siete lì, che la guardate tra il perplesso e l’incuriosito, vedendola sedersi alla sua postazione e guardarsi attorno come per dire “e adesso?”. Poi magari vi fa anche un po’ di tenerezza o pietà, soprattutto quando vedete il chiwawino che va tanto di moda spuntare dalla borsetta con un vestito identico a quello della padrona. Ma nell’esatto istante in cui state per alzarvi e prestare aiuto ecco che entra lui, Mr. Fantastic!

Esatto, parlo del gorillone con vestiti piccoli e talmente aderenti da impedirgli di camminare o muoversi correttamente, i capelli colmi di brillantina e tirati all’indietro, pacco ingrandito dal classico calzino, muscoli ben in vista tanto da arrivare a pensare “ma se si incazza diventa Hulk strappando la maglietta?” e sguardo stralunato.

Come se non bastasse lo vedete avvicinarsi, ostentando una sicurezza mascolina quasi ridicola, alla gallinella dai capelli ossigenati e in pochi secondi la stanza viene riempita da grugniti incomprensibili, da “hihihihi” da fare invidia ad un cavallo e pose maliziosi e al limite della volgarità. E che vi piaccia o meno siete costretti ad osservare la scena, così come siete costretti a guardare quei due individui di dubbia intelligenza ricevere una promozione senza aver mosso un dito, senza essersi spaccati la schiena come avete fatto voi! Il tutto, poi, perché magari sono “figli di…”, “amici di…” “raccondamanti da…” o più semplicemente “l’ha data/l’ha dato al capo”.

Okay, magari ho esagerato, ma sono certa che in molti hanno in ufficio colleghi, se non uguali, simili a questi! Scommetto che tanti di voi si sono ritrovati in questa situazione, ad essere retrocessi o licenziati e vedere magari la persona che non sa fare la più semplice delle addizioni fare carriera o venire assunto al posto vostro, anche col più schifoso dei contratti, ma comunque assunto.

Ed è lì che secondo me scatta il pensiero di fare la valigia ed andare via. Perché un Governo che permette che succedano situazioni simili, che chi studia si veda essere confinato nelle retrovie a favore di chi magari non ha neanche la licenza elementare, è davvero un Governo che non sa farsi amare e rispettare, che preferisce premiare la raccomandazione alla meritocrazia. E negli ultimi anni in Italia di situazioni simili ne abbiamo viste fin troppe.

Magari in questo 2014 le cose cambieranno, magari torneremo ad essere una potenza appetitosa dove chiunque avrà la propria chance, dove i cervelli non fuggiranno più, ma fino a quando il microcosmo Italia resterà questo, credo proprio che buttare in un trolley i vestiti, acquistare al volo un biglietto aereo di sola andata ed emigrare sia l’unica soluzione possibile per poter avere una vita soddisfacente e dignitosa, per poter dire un giorno “finalmente ce l’ho fatta, adesso sono diventato qualcuno.”

 

22:40
02 gennaio 2014