Vesuvio, pronto il piano di emergenza in caso di eruzione

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di Redazione




Per Enrico Letta è stata l’ultima firma prima delle dimissioni. Così il presidente del Consiglio uscente ha approvato questo pomeriggio il piano di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio. Una pianificazione che stabilisce 25 gemellaggi tra i Comuni dell’area rossa, quelli da evacuare in caso di eruzione, e le Regioni e le Province Autonome incaricate di accogliere gli sfollati.

I successivi protocolli d’intesa tra Regioni e Province Autonome con la Regione Campania renderanno operativo il piano, prevedendo i dettagli per il trasferimento e l’accoglienza dei 700mila sfollati da assistere. L’evacuazione cautelativa interesserà sia le aree “ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici”, sia quelle “soggette ad alta probabilità di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di materiale piroclastico”.

Ecco i gemellaggi decisi:

Gli abitanti di Portici andranno in Piemonte, i Nolani in Val d’Aosta. La Liguria ospiterà gli abitanti di Cercola e la Lombardia quelli di Torre del Greco. Le province di Trento e Bolzano ospiteranno i cittadini di Pollena Trocchia, mentre in Veneto andranno quelli di San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia e Pomigliano d’Arco. I cittadini di Palma Campania invece andranno in Friuli Venezia Giulia, in Emilia Romagna gli Ercolanesi e in Toscana gli abitanti di San Giorgio a Cremano; San Gennaro Vesuviano si sposterà in Umbria, Poggiomarino nelle Marche e infine Ottaviano in Lazio, regione che ospiterà anche i napoletani residenti in alcune zone dei quartieri di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio, potenzialmente interessate (recentemente inserite in zona rossa 2) dall’eventualità di un’eruzione.

Ancora gli abitanti di Terzigno e quelli di Massa di Somma andranno rispettivamente in Abruzzo e in Molise, quelli di Torre Annunziata e di San Sebastiano al Vesuvio in Puglia; la Basilicata accoglierà i cittadini di Boscotrecase, la Calabria quelli di Boscoreale. Nelle isole andranno infine gli abitanti di Pompei e Scafati, rispettivamente in Sardegna e Sicilia.

14 febbraio 2014