L’arte segnaletica, Clet stravolge gli automobilisti di Napoli con le sue installazioni

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Dopo 2 giorni i “segnali” del suo passaggio iniziano a spuntare come funghi.

di Vincenzo Noletto

La “toccata e fuga” di Clet è appena finita e l’artista metropolitano è tornato a Firenze, città che oramai lo ospita da quasi dieci anni. Dopo 2 giorni i “segnali” del suo passaggio iniziano a spuntare come funghi.

Ma chi è Clet? E’ un “ragazzo” di quasi 50 anni che da anni attacca la sua arte sui cartelli stradali delle città che visita che, grazie a lui, per l’occasione diventano cornici perfette. Così sensi obbligati diventano lische di pesce, i divieti d’accesso vengono sorretti da stanchi “stickyman”o magari puzzle incompleti nelle mani dell’autorità.

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“Per far evolvere le regole bisogna poterle criticare – spiega l’artista – . L’ordine non deve per forza arrivare ai cittadini in modo monotono e aggressivo, le regole possono essere comunicate anche con umanità. Se mi fanno una multa, mi difendo nel processo, dove la verità viene sempre fuori. Il mio è un lavoro costruttivo, non è un ostacolo alla sicurezza, anche se alcune persone non lo capiscono. Ma non sempre è così: a Parigi, il comandante della polizia municipale mi ha chiamato per spiegare l’educazione stradale ai ragazzi nelle scuole”.

Le reazioni della città infatti sono totalmente discordanti: da una parte ci sono quelli che lo reputano un vandalo che andrebbe multato per aver deturpato la cartellonistica stradale, dall’altra chi riconosce il valore artistico delle sue simpatiche installazioni.

Clet non sembra curarsene molto, anzi. D’altronde anche un certo Banksy, dopo il successo mondiale riscosso negli anni, viene ancora accolto come un deturpatore

 

27 febbraio 2014