Nelle case della Riviera di Chiaia: un anno dopo il crollo niente è cambiato (VIDEO)

Case danneggiate e risarcimenti mai arrivati. "Siamo stati abbandonati" dicono i residenti della Riviera. Restano ancora misteriose le motivazioni del crollo

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Un grande boato, poi urla e un fuggi fuggi generale. Terrore e paura invasero gli animi degli abitanti della Riviera di Chiaia lo scorso 4 marzo, quando un’ala del palazzo Guevara di Bovino crollò, per cause ancora da chiarirsi. Lì accanto, il cantiere della metro Linea 6 splendeva sornione illuminato da un tiepido sole. Sotto, lo scavo di 25 metri che dovrebbe accogliere i treni della metropolitana e che invece quel giorno accolse il torrente sotterraneo di acqua e fango che, secondo molti, sarebbe all’origine del crollo.

Oggi terrore e paura non ci sono più. Si sono trasformati in rabbia e delusione verso le istituzioni che non hanno provveduto alla risoluzione del problema, lasciando i cittadini in un stato di totale abbandono. Le telecamere di Road Tv Italia sono andate a documentare la situazione tra i vicoli e nelle case della Riviera di Chiaia, a un anno da quel 4 marzo maledetto per Napoli, che poche ore dopo affrontò anche la tragedia dell’incendio di Città della Scienza.

Nessun contributo a famiglie e attività commerciali colpite dal crollo.

Alcuni commercianti della zona sono stati costretti a chiudere i battenti a causa del danno subito, in molti locali le pavimentazioni presentavano danni e notevoli infiltrazioni d’acqua, e non hanno ricevuto alcun contributo. Tante difficoltà anche per le attività che hanno resistito alla tragedia con notevoli difficoltà: i loro negozi sono nascosti dalle recinzioni del cantiere da più di un anno. “In termini commerciali abbiamo perso circa l’80% delle vendite racconta la titolare di una profumeria della zona. “E il peggio è che non sappiamo quando questa situazione finirà”. Non ci sono previsioni infatti per il termine dei lavori della metropolitana aperta nel 2007. Neanche i proprietari degli appartamenti che sono stati danneggiati a causa del crollo hanno ricevuto un indennizzo. Ci hanno detto di anticipare noi i soldi per i lavori, ‘poi si vedrà’. Ma finora non abbiamo visto una lira” spiega un donna.

Danni ancora visibili negli appartamenti della Riviera.

Eppure i danni ci sono stati, e sono tuttora visibili, dato che non tutti si sono potuti permettere di aggiustarli, negli appartamenti dei cittadini colpiti. “A casa mia non si chiudono più i balconi” spiega una signora, “quindi io sono stata arrangiata tutto l’inverno”. “Noi quando siamo tornati in casa non avevamo né acqua né gas” raccontano delle residenti di vico Serra. “Noi lì dietro non sapevano neanche che esistevamo, che i nostri palazzi hanno la numerazione della Riviera di Chiaia”. Eppure anche loro hanno subito danni, e le strade davanti alle loro case versano in condizioni di assoluto degrado, con le tubature a vista che rappresentano un pericolo e gli onnipresenti avvallamenti del fondo stradale. “Siamo stati abbandonati da tutti”. Altri ancora hanno crepe sui pavimenti e sui muri, ma i segni visibili di un cedimento strutturale dei palazzi si vede ovunque: negli androni, su per le scale, negli appartamenti. “Guardate quel dislivello” dice l’anziana signora che ci apre le porte di casa sua per mostrarci i danni, e ci indica una crepa di circa un centimetro tra mattonella e mattonella, che si apre tra la camera da letto e la cucina. Una crepa che prima del crollo non c’era, ma che indica chiaramente che quel palazzo, come altri lì intorno, è sprofondato. “E stanno continuando a scendere”.

Accuse al sindaco e al cantiere della metropolitana.

Oggi la paura degli abitanti è che l’intera Riviera possa venire giù, risucchiata in quel buco nero che è il cantiere della metropolitana, sotto il quale nessuno sa cosa si nasconda. Si legge stanchezza e amarezza negli occhi dei residenti, stanchi di parlare, di esporsi, di chiedere aiuti che in un anno non sono mai arrivati. E la stanchezza si trasforma presto in rabbia verso le istituzioni. Molti accusano il sindaco, che non avrebbe vigilato accuratamente i lavori della metropolitana. “Lui che ne sa noi come stiamo combinati? Venisse adesso a vedere” è la provocazione lanciata dai cittadini. Ma, a un anno dal crollo, nessuno degli abitanti della Riviera ha dubbi: a provocarlo è stato il cantiere della metropolitana, una metropolitana che “nessuno di noi voleva”. L’amaro rigurgito di indignazione sale alla bocca di tutti come una ormai nota, già sentita domanda: chi pagherà per tutto questo?