Agguato Colli Aminei, non è faida di camorra ma omicidio passionale

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Domenico Raffone, guardaspalle di Mario Lo Russo , fratello del capoclan dei Capitoni di Miano. Non sarebbe stato un agguato di camorra, ma un omicidio con movente passionale

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Le prime ipotesi parlavano di agguato di camorra, invece si sarebbe trattato di un omicidio a sfondo sentimentale. A rivelarlo una svolta nelle indagini della Dda di Napoli sull’assassinio di Domenico Raffone e sul ferimento di Mario Lo Russo avvenuto all’interno del Parco Matteotti ai Colli Aminei nella notte tra sabato e domenica.

Una donna il movente dell’agguato.

Invece, al centro della contesa ci sarebbe una donna, moglie di un detenuto, che avrebbe intrecciato una relazione sentimentale con uno dei due bersagli dell’agguato. L’assassino potrebbe già avere un nome: Fabio Cardillo, 35enne fermato questa notte con l’accusa dell’omicidio di Raffone e del tentato omicidio di Lo Russo.

Altri due arresti.

Fermati anche Valerio Nappella, 37 anni, e Luciano Pompeo, 28 anni, ritenuti responsabili del ferimento di Giovanni Lista, avvenuto quella stessa notte in via Ianfolla e presumibilmente legato all’agguato nel parco Matteotti.

Smentite le voci di una nuova faida di camorra.

Smentite quindi le prime voci, che già gridavano al rinfocolarsi di una faida di camorra, e secondo le quali il vero obiettivo dell’agguato sarebbe stato non Raffone, ma Lo Russo, fratello del capo del clan di Miano. Il movente dell’omicidio infatti era stato legato alla lotta che vede contrapposti il clan Savarese e quello dei Lo Russo per il controllo dello spaccio di droga nel quartiere Sanità. A quanto pare, invece, il motivo dell’agguato sarebbe stato molto più banale. Nessuna nuova faida di camorra sembra in procinto di scoppiare in città.