Aurelio De Laurentiis si era risparmiato le ultime tre trasferte internazionali del suo Napoli (Marsiglia, Borussia e Swansea) e anche negli anni scorsi si era tenuto sempre alla larga dall’Europa League, ma stamattina si è imbarcato all’ultimo istante, tra lo stupore generale, prendendo posto in prima fila sul volo charter che ha trasportato la squadra in Portogallo: decollo alle 11 in punto da Capodichino e atterraggio all’ora di pranzo nello scalo portoghese di Oporto.
Il numero uno azzurro ha voluto essere al seguito dei giocatori alla vigilia della delicata gara contro il Porto valida per l’andata degli ottavi di finale e in programma domani pomeriggio (alle 19 italiane, le 18 locali) nella bolgia dello stadio Dragao per via de “L’effetto Benitez”. Contagiato dal tecnico, il presidente condivide in pieno la filosofia ambiziosa e le strategie del suo nuovo allenatore, deciso a lottare con uguale determinazione su tutti i fronti: in campionato e nelle Coppe. “Ci teniamo molto ad a andare avanti: questa volta è diverso, si tratta per noi della prosecuzione del bel cammino fatto in Champions, proveremo a spingerci più avanti possibile”
Messaggi chiari come squilli di trombe
Così il presidente lancia un messaggio chiaro alla sua squadra, a tutto l’ambiente e ai 500 sostenitori previsti al seguito: l’Europa League non si snobba più. Sarà quindi forse possibile limitare il turn over e confermare la maggior parte dei titolari, con l’obiettivo di correre meno rischi rispetto al turno precedente contro i gallesi dello Swansea . Il Porto è un avversario di spessore superiore che il Napoli non può permettersi di prendere sotto gamba. Tutto sarà più chiaro dopo la rifinitura di oggi pomeriggio, allo stadio Dragao, che servirà a sciogliere le ultime incertezze e chiarire se qualche staffetta ci sarà lo stesso, con Henrique, Behrami, Insigne e forse anche Reveillere pronti al rientro dal primo minuto.
Tutto e subito
De Laurentiis vuole il Napoli visto in Champions, deciso a ipotecare la qualificazione già nella sfida d’andata. Il resto è scaramanzia, passando dal ritorno alla maglia gialla, che in Europa ha sempre portato finora fortuna e Pepe Reina a guidare l’armata azzurra nella serata di coppa. Della serie “Non è vero ma ci credo”.