Io, arrestata per disordini, vi racconto la verità sugli scontri di Roma del 12 aprile

Parla Celeste, ragazza del Collettivo Autorganizzato Universitario Giulia Valle, che ha assistito agli scontri di via Veneto del 12 aprile. "Ecco quello che la stampa non dice"

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A pochi giorni dagli scontri di Roma del 12 aprile che hanno visto il ferimento di numerose persone e l’arresto di altre 4, attualmente in regime di custodia cautelare a Regina Coeli, suscitando il clamore della stampa, Road Tv Italia ha raccolto la testimonianza di Celeste, ragazza napoletana membro del  Collettivo Autorganizzato Universitario Giulia Valle, che il 12 aprile era a Roma per partecipare alla manifestazione contro il Job’s Act varato dal Governo Renzi.

Quello che la stampa non vi ha detto

“La stampa ha raccontato degli scontri, perché queste sono le notizie che fanno più clamore; ma tante altre cose non sono state dette. Per esempio, non si è parlato della violenza che noi abbiamo subito da parte delle forze dell’ordine”. Dettagli sugli scontri che sono emersi soltanto nei giorni successivi. “Come il caso del poliziotto che ha calpestato una ragazza caduta durante una carica, oppure quello del peruviano di 47 anni che ha perso una mano per lo scoppio di un petardo, e tanti altri piccoli soprusi che sono passati sotto silenzio”. Uno scenario inquietante, che fa paura, perché trasforma coloro dovrebbero proteggere e garantire la sicurezza di tutti i cittadini in degli aguzzini senza volto né nome. “Anche il fatto che i poliziotti non abbiano sulla divisa o sul casco dell’assetto antisommossa un numero identificativo, fa riflettere: in questo modo diventa impossibile identificarli”.

Io, arrestata ma senza prove

Sono parole amare, quelle di Celeste, alle spalle un passato fatto di esperienze poco felici con le forze dell’ordine. “Io stessa” ricorda ai nostri microfoni, “sono stata arrestata, proprio come Ugo (uno dei quattro arrestati durante gli scontri del 12 aprile, ndr), durante la manifestazione nazionale del  19 ottobre. E in quell’occasione ho potuto toccare con mano i soprusi e le prevaricazioni delle forze dell’ordine”. Celeste è stata 4 giorni in carcere, 96 ore d’inferno per lei, un tempo che le forze dell’ordine hanno invece utilizzato per cercare foto o video che dimostrassero che i manifestanti avevano aggredito i carabinieri con calci e pugni. Foto e video che però non sono mai stati trovati. Celeste è stata scarcerata, ma ancora adesso il ricordo di quella brutta esperienza si riflette nei suoi sguardi, nelle sue parole amare. Oggi Celeste, come membro del collettivo, lotta per difendere i suoi diritti e quelli degli altri ragazzi arrestati. Da questo afflato nasce anche la manifestazione a Napoli del 14 aprile, che ha visto alcune decine di giovani sfilare per via Depretis per chiedere la liberazione dei compagni arrestati, tra cui il napoletano Ugo.

La lotta continua

“Un corteo spontaneo” spiega Celeste, “che è nato dalla grande partecipazione all’assemblea organizzata da alcuni collettivi studenteschi per esprimere solidarietà a Ugo e a tutte le vittime degli scontri del 12 aprile. Siamo in una situazione difficile, ma non ci faremo scoraggiare” dice con determinazione Celeste. “Gli abusi di potere, i soprusi, la violenza e gli arresti non fermeranno la nostra protesta, perché crediamo nella giustezza delle nostre motivazioni e della nostra lotta”. Prossimo obiettivo è organizzare un contro-vertice in occasione del vertice internazionale per discutere della disoccupazione giovanile, che si terrà il prossimo 11 luglio a Torino. “Mobilitarsi è un dovere, e un favore che facciamo a noi stessi” spiega Celeste. “Perché, se non lo facciamo noi, non ci sarà nessuno che si batterà al posto nostro per tutelare i nostri diritti”.