Ho sempre pensato che per poter avere un punto di vista obiettivo e equilibrato su qualsiasi problema di organizzazione sociale, sia necessario confrontarsi, il più possibile, con gli altri “pezzi “del mondo.
Soprattutto con quelli che hanno risultati migliori dei tuoi, per vedere cosa si sbaglia e come migliorare, il più rapidamente possibile.
E sull’ ambiente noi abbiamo molto da confrontarci, anche perché come vedrete, non è necessario arrivare al paragone con i soliti paesi del nord Europa .
Ma anche moltissimi paesi dell’ex terzo mondo, per fortuna, vengono avanti con progressi importanti. Infatti dobbiamo constatare che da Reykjavik a Bogotà, la classifica delle 10 città ”verdi” del mondo che puntano a diventare in pochi anni metropoli a emissioni zero, purtroppo non annoverano città italiane
L’arretratezza dell’Italia
Al contrario in Italia dobbiamo registrare una chiara battuta d’arresto delle politiche ambientali urbane.
Infatti nell’insieme dei capoluoghi italiani, ad esempio, torna a crescere l’inquinamento atmosferico, la media delle polveri sottili passa da 30 a 32 microgrammi per metro cubo.
E sono dieci in più, da 27 si passa a 37, i giorni dell’anno in cui l’ozono scavalca i limiti di legge. Senza contare l’inefficienza energetica e quella del trasporto pubblico, messo sotto pressione dai tagli e incapace di attrarre passeggeri. Non crescono inoltre le isole pedonali, le zone a traffico limitato e le reti ciclabili urbane.
Questa è la foto scattata dalla XIX edizione di Ecosistema Urbano, l’annuale ricerca di Legambiente e Ambiente Italia, realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore, sullo stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia italiani .
Le città meno insostenibili
Un quadro che, nel grigiore generale, vede emergere Venezia, tra le grandi città, Trento, tra i centri urbani di medie dimensioni, e Verbania, tra le piccole.
In tutti e tre i casi, però, si tratta di primati relativi:
non sono le città più sostenibili, ma sono SOLO le meno insostenibili.
Rimane invece indietro il sud Italia con Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia ultime in classifica, sia che si parli di grandi capoluoghi, sia di medi o piccoli centri.
La piccola Vibo Valentia spicca in negativo per il dato che ci racconta che ogni cittadino, in media, fa un solo viaggio all’anno con i mezzi pubblici……
Il rapporto di Legambiente raggruppa i 104 capoluoghi di provincia in tre gruppi omogenei per dimensione geografica: 15 grandi città con più 200mila abitanti, 44 medie città con popolazione tra 80mila e 200mila abitanti e 45 piccole città con meno di 80mila abitanti. Tra i grandi centri urbani, la città lagunare si riconferma al primo posto. Migliora la depurazione dei reflui che è al 90%; stabili i consumi elettrici; cresce, seppur di poco, la raccolta differenziata (35,4%). Bene il trasporto pubblico con 571 viaggi per abitante all’anno. Al secondo e terzo posto in classifica: Bologna e Genova.
Il dramma delle polveri sottili
Soprattutto le polveri sottili (PM10) continuano, infatti, a soffocare i nostri centri urbani rendendo l’aria irrespirabile e mettendo a serio rischio la salute dei cittadini. Nelle classifica delle sei città più inquinate d’Italia, ben tre sono città campane. A guidare la classifica di Legambiente “PM10 di tengo d’occhio” relativa all’anno appena concluso, ci sono Torino (126 giorni di superamento, su un massimo di 35 consentiti, del limite medio giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo stabilito dalla legge), segue Napoli (120) la seconda città più inquinata d’Italia, poi al quinto posto Salerno (90) e sesta Benevento (89).
E così nel silenzio delle istituzioni si sta peggiorando in maniera decisiva la qualitá di vita delle persone e delle cittá con conseguenze inimmaginabili dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Basta pensare alla situazione della Circumvesuviana, una autentica vergogna italiana, dove la riduzione delle corse in due anni è stata di oltre il 40% (dal 2011 al 2013, grazie Pres.Caldoro) e per i pendolari diventa sempre più difficile entrare nelle carrozze e in tanti stanno abbandonando il treno per tornare all’automobile.
Cosa succede nelle altre città del mondo
A questo disastro sintetizzato in queste poche righe quindi occorre opporre quello che accade nel resto del mondo, per vedere cosa potremmo e dovremmo fare di piu
E partiamo da Reykjavik (Islanda) che è la città più ”verde” del mondo .
Punta molto sull’energia eolica. Dal fotovoltaico alle pale eoliche, fino ai sistemi di depurazione delle acque Reykjavik è un simbolo positivo per tutti gli ambientalisti più convinti. Solo lo 0,1% dell’energia elettrica prodotta è dovuto ai combustibili fossili che sono inquinanti e costosi. Il trasporto pubblico ha scommesso tutto sull’idrogeno.
Poi c’è San Francisco (Usa) dove devo sottolineare il sistema di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti all’avanguardia (l’ambizioso programma ”Zero Waste” che punta a eliminare del tutto l’immondizia in città entro il 2020) e un livello di emissione di Co2 tra i più bassi ,fanno della città americana un vero avamposto ecologista. La metropoli ha adottato da tempo disposizioni legislative che promuovono alcune misure prioritarie di conservazione ambientale, quali il divieto di utilizzare buste di plastica nei negozi (evitando così che 100 milioni di sacchetti finiscano ogni anno nelle discariche) e gli incentivi alla riduzione dei rifiuti da parte dei cittadini attraverso la lettura di etichette dotate di codice a barre
Dopo di che Malmö (Svezia) che è quella che si definisce “Città sostenibile “: cioè che punta su energie rinnovabili ed aree verdi, Malmö vanta un primato nell’edilizia a prova di risparmio energetico, nonché il terzo più grande parco eolico al mondo. L’obiettivo è di arrivare a diventare entro il 2020, grazie a una rigorosa programmazione predisposta dal governo svedese, una metropoli a “emissioni-zero”. Il porto è alimentato interamente da fonti di energia rinnovabile: sole, vento, biocarburanti e sorgenti idroelettriche
Dopo di che andiamo a Vancouver, British Columbia (Canada) che vanta il primato di essere la città più verde del Canada, la seconda del Nord America e la quarta assoluta della classifica mondiale in tema di ambiente. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere Vancouver la metropoli più integrata con l’ecosistema a livello mondiale entro il 2020. Punti forti: edilizia biocompatibile ed energia idroelettrica (90% del fabbisogno)
Poi Portland, Oregon (Usa) .Lo sapevate che è tra le prime città in tutto il mondo ad affrontare le complesse tematiche relative alla tutela ambientale adottando rigorosi provvedimenti legislativi ad hoc? Grazie ai suoi numerosi parchi dalla vegetazione rigogliosa e alla presenza massiccia di piste ciclabili, è stata considerata la città più vivibile d’America. Da più di un secolo è famosa per le sue oasi verdi cittadine. A Portland, la maggior parte dei lavoratori raggiungono il posto di lavoro in bicicletta o utilizzando il trasporto pubblico
E poi, come vi dicevo, andiamo nel mondo dei paesi emergenti , precisamente a Curitiba (Brasile) che è circondata da boschi e con oltre un migliaio di spazi pubblici verdi, vanta infatti ben 55 metri quadri di area verde per abitante. Il 70% dei rifiuti urbani è riciclato e più di 1,5 milioni di alberi sono stati piantati lungo le strade della città. Inoltre, il 75% della popolazione usa esclusivamente il trasporto pubblico e, a conferma della forte vocazione ambientale, numerose aree verdi di Cutiriba vengono utilizzate per l’alimentazione degli ovini
Non potrebbe mancare Copenaghen (Danimarca)
La città che privilegia la bicicletta, punta alla raggiungere il target “emissioni zero” entro il 2020
E poi Stoccolma (Svezia) che è già stata incoronata “Capitale Verde d’Europa” nel 2010. Il governo svedese è stato tra i precursori sia in materia di riciclaggio di rifiuti sia per l’uso ottimizzato di energia elettrica (che viene prodotta principalmente attingendo alle fonti pulite e rinnovabili). L’inquinamento da ossido di carbonio nella capitale svedese, è stato ridotto del 25%, rispetto alle percentuali registrate nel lontano 1990 e, secondo le stime del dicastero dell’ambiente, Stoccolma dovrebbe diventare una città “free fuel “, cioè libera dall’uso dei carburanti di origine fossile, entro l’anno 2050. Per oltre il 40% , Stoccolma è costituita di aree verdi
Amburgo (Germania) è invece la prima città tedesca della lista verde, da molti anni si distingue per il suo forte impegno a tutela dell’ambiente. E’ stata nominata nel 2011 “Capitale verde d’Europa”. Nella città la lotta contro l’antropizzazione e l’inquinamento è stata programmata, ricorrendo in modo particolare al “greening”, ovvero l’immissione di un considerevole numero di alberi lungo le strade cittadine, la costruzione di nuovi parchi, anche attraverso la riconversione di siti industriali (circa 147 ettari relativi a ex stabilimenti sono già inseriti nella programmazione decennale delle “misure verdi” elaborate dal comune di Amburgo ). Adotta un sistema di trasporto pubblico a idrogeno, che emette nell’aria solo vapore acqueo. Nel 1990, ha introdotto un pacchetto di misure che hanno consentito, ad oggi, l’abbattimento del 15% di CO2 e che dovrebbero portare alla riduzione del 40% delle emissioni inquinanti della città entro il 2020 (il target entro il 2050 è l’80%)
Conclude la lista Bogotà .
La capitale colombiana è un esempio concreto del successo delle politiche di tutela ambientale conseguito con il ricorso massiccio al trasporto di massa, la rivitalizzazione e la manutenzione di più di un migliaio di aree verdi, la drastica riduzione degli inquinanti atmosferici (grazie all’introduzione della tassa sul gas per disincentivarne l’utilizzo). Negli ultimi cinque anni sono stati piantati circa 80.000 alberi
Ecco, direi che possiamo essere d’accordo tutti, al di la di posizioni politiche , che dobbiamo cambiare immediatamente la nostra mentalità e il nostro ” metro” di sviluppo,che è decisamente superato e pericoloso.
Non dobbiamo inventarci nulla.
Basta copiare gli altri.