Ha preso la pistola e ha fatto fuoco a sangue freddo, uccidendo un pitbull sul colpo, sotto gli occhi increduli di donne, anziani e bambini che passeggiavano tranquillamente in villa comunale. È accaduto giovedì mattina a Frattamaggiore: Masaniello, un pitbull di 9 anni, è morto così, ucciso senza motivo da una guardia giurata che, vedendolo azzuffarsi con un altro cane, non ha esitato a estrarre la pistola e a sparare.
Esecuzione a sangue freddo davanti a donne e bambini: chi è il vero violento?
L’uomo deve aver pensato che il pitbull potesse rappresentare una minaccia per l’incolumità dei presenti in villa. Ma così non era: stando alle dichiarazioni rilasciate dai testimoni, Masaniello non era un cane aggressivo, anzi, era benvoluto da tutti e soprattutto dai bambini, e spesso giocava con altri cani, anche di taglia più piccola, senza aggredirli. Disperato il proprietario del cane, Daniele, che ancora non riesce a capacitarsi di tanta violenza. Sconvolti i testimoni che hanno assistito al folle gesto della guardia giurata, che subito dopo ha rischiato il linciaggio da parte della folla. In molti a Frattamaggiore si chiedono come sia possibile utilizzare un arma per uccidere con tanta facilità. Francesco Emilio Borrelli dei Verdi e Patrizia Cipullo, animalista, hanno già affermato di voler sporgere denuncia contro la guardia giurata “per eccesso nell’utilizzo della pistola” e di volersi costituire come parte civile nell’eventuale processo.
“Il proprietario non avrebbe dovuto lasciarlo libero”
Qualche colpa probabilmente l’ha anche lo stesso Daniele, il proprietario, che avrebbe dovuto stare più vicino al suo pitbull, data la riconosciuta tendenza all’aggressività di questa razza, e non lasciarlo libero in uno spazio pubblico, soprattutto in presenza di bambini: ma certo l'”incauto” padrone non si sarebbe mai aspettato che questa leggerezza, commessa forse proprio perché il cane era noto a tutti nella villa comunale di Frattamaggiore, sarebbe costata la vita al suo Masaniello. Attualmente le indagini sono in corso per accertare le eventuali responsabilità dell’uomo che ha sparato. “L’uso della pistola” ricordano Borrelli e Cipullo “deve essere effettuato solo in casi di estrema necessità e pericolo”.