In totale controtendenza ai dati trasmessi per il mese di luglio e allo sprofondamento del numero di visitatori per la Reggia di Caserta – interdetta in gran parte per lavori di ristrutturazione e restauro – per tutto il mese di agosto l’Italia, e in maniera particolare la Campania, ha registrato un boom del turismo culturale. Il Mibact informa che vi è stato un incremento enorme di presenze nelle aree archeologiche e museali, con punte percentuali che sfiorano il 111% in più.
La classifica dei 25 siti di magnificenza artistica, archeologica, e scientifica italiana conta inflessioni dialettali del tutto campane. Al primo posto si attesta certamente il Colosseo con 94000 visitatori in più ma la seconda e la terza posizione sono campane, e più propriamente vesuviane e napoletane. Nonostante la non favorevole pubblicità all’estero, su una Pompei ancora più in rovina e scorporata dei suoi fondi documentali e librari (tra cui il Fondo Maiuri) più celebri e ricchi al mondo, gli scavi archeologici pompeiani hanno registrato un incremento del 12 % e 38.000 fruitori complessivi; il Museo di Capodimonte rileva il 20% in più con un bacino totale di 20.000 presenze. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, gli Scavi Archeologici di Paestum, gli Scavi Archeologici di Ercolano e l’Area Archeologica di Benevento si assestano rispettivamente al tredicesimo, diciottesimo e diciannovesimo posto. Nel complesso queste ultime realizzano il 40% in più con 27.000 biglietti staccati. Le altre attrazioni sono contese dal resto d’Italia, supremazia rimane però delle regioni del Lazio e della Toscana.
La raccolta dei dati empirici dimostra ancora una volta che la Campania rimane una risorsa sprecata per l’economia nazionale e del Mezzogiorno. In base a quanto affermano le indagini delle sottoscrizioni cittadine e delle associazioni (tra cui le più attive il Comitato cittadino per piazza Carlo III e Arte e artisti a Napoli), la fondazione di un polo museale regionale, con sede a Palazzo Fuga di Napoli, potrebbe essere il progetto ponte per eguagliare i poli museali più visitati d’Europa. Uno scempio è sicuramente il fatto che su base annua il Museo del Louvre e il British Museum sono i più visitati d’Europa, mentre la totalità di quelli italiani, pur raccogliendo il 73% del patrimonio mondiale, non raggiungono le soglie francesi ed inglesi.
Ancora una volta, per uscire dalla crisi, bisogna ripartire dalle risorse del Mezzogiorno. Nulla, o almeno molto poco, è stato fatto dalle istituzioni.