Dalle orde barbariche dagli elmi cornuti del nord, dai custodi delle acque sacre del Po, dai biondi e i celtici mascelloni del Carroccio, provengono affermazioni provocatorie e di sfida nei confronti della città di Napoli e dei napoletani.
“Davide? Questi teppisti erano e teppisti rimangono”, urla il leader delle folle leghiste Mario Borghezio durante la trasmissione radiofonica La Zanzara. Bifolco, “così si chiama uno che gira senza casco e non si ferma all’alt dei carabinieri. Non mi unisco al buonismo nazionale (…) le manifestazioni in quel rione sono una vergogna nazionale (…). Davide è morto per colpa di Napoli. Sono indecorose quelle mamme urlanti del rione Traiano, questa è l’Italia di merda, come dice la figlia di uno dei marò (…). Per Napoli ci vuole uno come il generale Mori ai tempi del fascismo. Ci vogliono dei rastrellamenti nei rioni di camorra”.
Ancora una volta l’opulento Alberto da Giussano inquina con torrenziali sproloqui l’etere, e non senza rincarare la dose di irresponsabilità diffusa che nel nostro paese inasprisce, con parole e opere irresponsabili, la fragile unità. Ricordiamo all’oratore distratto che attualmente Matteo Salvini è intento a costruire una nuova strategia per rinfoltire il bacino elettorale della Lega dopo i risultati catastrofici delle ultime elezioni. Ad agosto “deliziò” le orecchie dei meridionali annunciando la nascita di una nuova identità creata dal nulla, dell’avvenire di un illusione per tutti gli amici della lega e gli scontenti comunisti e grillini del Meridione: una Lega Sud per il Mezzogiorno (o per Salvini?).
Borghezio non fa che sottolineare come un fantomatico prefetto di ferro, che ricordiamo era più sabaudo che fascista, la totale cecità di quella politica ignorante che riduce una emergenza sociale nazionale in una questione di sicurezza locale e di camorra. Non sono tutti camorristi a rione Traiano e se ci fossero parenti, affini, e sodali impegnati a piangere Davide, non è perché si sono convertiti al fascino del crimine ma in quanto lo stato è assente, e questa non è una cosa recente.
Facile è sparlare di Napoli, e del popolo che la abita, quando si tratta di morti del genere ma l’onorevole Borghezio, quando si esige un discorso più approfondito a livello europeo, è in grado di fornire, come Matteotti, parlamentarmente delle soluzioni di più ampio respiro? O le sue affermazioni non sono in grado di superare i famosi 15 minuti di celebrità? Cosa ha fatto il parlamentare del nord nelle tre legislature dal 1992 al 2001, e in anni più recenti come europarlamentare, per risollevare, le sorti sociali ed economiche del Mezzogiorno e di tutta l’Italia?
Oggi come oggi il fascismo non è certamente ancora finito, anzi è ritornato di moda e più forte che mai, ma quando c’è da parlar seri, tra persone responsabili, non né è desiderabile una escaletion ulteriore, capace di offuscare la ragione.