Non solo animali e piante esotiche ospiteranno i 72.000 metri quadrati del nuovo zoo di Napoli ma anche tutto un ventaglio di fauna e flora mediterranea, riproposti a cavallo della riscoperta della cultura contadina e del contatto con la terra da parte delle nuove generazioni e degli studenti.
A partire dalle ore 11:00 di sabato 27 settembre gli itinerari di visita alfabetizzeranno nuovamente chi, ad esempio, non ha mai visto un asino sardo, un pavone multicolore, un toro prestante, una mucca da latte, un maiale domestico, oltre i loro surrogati presenti sugli scaffali dei supermercati, nelle gallerie pubblicitarie, nei piatti dei ristoratori. Una Fattoria a tutti gli effetti coprirà in lunghezza lo zoo dal lato sinistro dell’entrata sino allo Chalet e a una delle due aree giochi interne al complesso.
La didattica si accosterà e guiderà le giovani menti che non osserveranno da un doppio vetro o da delle inferriate gli animali ma vi passeranno letteralmente attraverso, sentendone i suoni, i profumi, gli umori, e le espressioni molteplici che la zoologia è in grado di rendere in luoghi ospitali e non di reclusione.
Lo zoo di Napoli con la Fattoria vuole incidere sulla cultura attuale della città, vuole rieducarci agli spazi bucolici e al ciclo naturale di luoghi ormai rari o peggio sconosciuti. Per ritrovare questi scenari non occorrerà lasciarsi trasportare dalla fantasia o effettuare distanze chilometriche nel cuore delle riserve naturali e delle campagne liminari, ma basterà giungere al centro della città, dove passato e futuro si contendono il diritto ad esistere.