DIA: la mappa delle famiglie criminali in Provincia di Salerno

La mappatura dei gruppi criminali della Provincia di Salerno è qualcosa di a sé. I gruppi si determinano in base ai progetti comuni e alle collaborazioni con le altre province.

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Mappa delle Famiglie criminali in Provincia di Salerno

In base alle ultimi indagini e all’ultimo rapporto della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) la mappa delle famiglie criminali della Provincia di Salerno ha una specificità tutta sua, unica nel suo genere all’interno della Campania. Niente storiche famiglie, niente strutture piramidali per la DIA, ma una estesa e capillare rete che possiede relazioni di autorità e potere distribuite orizzontalmente, in altre parole più nuclei di potere decisionale proliferano e agiscono autonomamente, collaborando tra loro e con le consorterie criminali delle altre province a fine di realizzare progetti comuni immediati o a medio-lungo termine che producono profitto per tutti.

La nomenclatura delle Famiglie criminali in Provincia di Salerno in base al Rapporto DIA

Apicella, Bisogno, Celentano (Cava dei Tirreni), Carratù, Capozza (Eboli), Contaldo, Adinolfi (Pagani), D’Agostino – Panella (Salerno), D’Auria, Petrosino – Fezza (Pagani), De Feo – Bellizzi (Piana del Sele), Genovese (Baronissi, Vallo dell’Imo), Graziano, Serino (Sarno, Agro nocerino sarnese), Iannaco (Sant’Egidio del Monte Albino), Mariniello – Pignataro (Nocera Inferiore, Agro nocerino sarnese), Matrone (Scafati), Pecoraro – Renna (Battipaglia, Piana del Sele), Tempesta (Angri). Tutta questa felice catena di cognomi è tutto sommato la nomenclatura della provincia di Salerno.

Per la DIA le Famiglie criminali in Provincia di Salerno privilegia l’usura, gli appalti pubblici, gli stupefacenti

Si conferma che l’interesse generale è principalmente per le attività illegali relativi al comparto del traffico degli stupefacenti, smaltimento dei rifiuti, degli appalti pubblici legati alla riqualificazione urbanistica, portuale e costiera locale e quella infrastrutturale nazionale, l’imprenditoria alberghiera, ristorativa e l’indotto turistico. L’infiltrazione e la collaborazione camorristica delle amministrazioni è un punto nevralgico per questo tipo di attività e in base alle indagini tanti ed eclatanti continuità sono state scoperte tra funzionari pubblici e camorristi.

Secondo la DIA le collaborazioni dei gruppi criminali in Provincia di Salerno con quelli delle altre province

Ricordiamo il caso del Sindaco di Battipaglia, accusato di aver privilegiato, durante l’assegnazioni di commesse pubbliche, aziende legate ai clan dei Casalesi. Il fascicolo porto alle dimissioni 19 consiglieri comunali e allo scioglimento della Giunta comunale con il DPR del 19 giugno 2013. Anche il salernitano non rimane indenne da questo tipo di complicità, soprattutto, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti  nelle aree agricole di Vallo di Diano, dei Picentini e della Piana del Sele. La qualità della criminalità salernitana è meticcia, cioè aperta a infiltrazioni relative alla criminalità di altre province, come quelle di Caserta (in particolare Casal di Principe), oppure quelle di Avellino (in particolare dei clan Cava e Graziano) inserite con propri uomini.

La città di Salerno per tutto il 2013 ha attraversato un periodo di ricalibratura di tutto il suo tessuto criminale in seguito alle scarcerazioni di molti capi appartenenti ai D’Agostino. L’Agro nocerino sarnese vive una situazione molto complessa e la presenza più strutturata di certi gruppi criminali è fortemente condizionata dal mutare delle strutture criminali vesuviane. A Sant’Egidio Monte Albino un gruppo criminale è vicino ai Sorrentino, mentre a Pagani tutto si è stabilizzato intorno al sodalizio D’Auria – Fezza, il quale nella difficile crisi economica ha spostato i suoi interessi nel comparto dell’usura e del mercato del lavoro; inoltre l’imponente disponibilità di liquidità ha favorito il consenso a loro favore da parte della popolazione. A Scafati i Matrone sono legati al clan Cesarano di Pompei e ad altri gruppi della Provincia di Napoli.

Nell’area della Piana del Sele i gruppi si agglutinano intorno alle relazioni di collaborazione con i Casalesi e si spartiscono i territori per controllare lo spaccio degli stupefacenti e le estorsioni. La maggior parte di questi piccoli gruppi potrebbe, presto, essere egemonizzata dalla Famiglia Esposito di Eboli, subentrato al clan Maiale. Il traffico degli stupefacenti lega inoltre i Pecoraro di Battipaglia, il clan Lo Russo di Napoli e il clan Castaldo di Caiavano, i Gallo di Torre Annunziata, gli Annunziata di Boscoreale. Quest’ultima rete di interessi gestisce un traffico internazionale compreso tra Barcellona in Spagna, Rovigo, Siena, Caserta, Salerno, Brindisi, Cosenza.