Il Governo Renzi contro De Magistris
A oggi è fissata la discussione dell’appello del Governo Renzi contro il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris, per poterlo, finalmente, condannare e sospendere dall’incarico di sindaco per fini secondi e privati. Ricchissima è la quantità di articoli scritti per altre testate e pubblicati nella presente, in cui più volte abbiamo spiegato il conflitto di interessi che coinvolge il Governo tecnico, Matteo Renzi e il “capitalismo rampante” che orbita intorno a quest’ultimo. Napoli, attualmente, è al centro di una mega speculazione edilizia che dovrebbe arricchire le fazioni imprenditoriali che sostengono il Governo e direttamente la campagna elettorale di Matteo Renzi. L’ultimo ostacolo contro la possibilità di riempire i portafogli dell’industria del cemento e indotto a suon di appalti pubblici (come succede nelle associazioni a delinquere con finalità mafiose) è il sindaco Luigi De Magistris.
Il corteo di Luigi De Magistris sfila sotto la Prefettura
Quest’ultimo è una figura molto controversa, incapace amministratore, impotente di fronte il fenomeno dilagante della corruzione, a digiuno di qualsiasi preparazione politica, teorica e pratica, eppure, pur premettendo tutto questo, non si può non ammettere che sia diventato un vero e proprio banco di prova per le future attività autoritarie e incostituzionali della tecnocrazia del nostro paese. De Magistris, come De Luca, sono profili scomodi, per quanto controversi, all’attuale capitalismo italiano, che ricordiamo non ha patria in quanto il suo primo interesse è il profitto e l’autovalorizzazione del capitale.
Ieri sotto la Prefettura di Napoli i cittadini a sostegno di Luigi De Magistris hanno effettuato il loro contributo di cittadinanza rendendo, per quanto possibile, effettivo un loro comunicato, il quale giorni fa poneva in evidenza la stretta connessione di interessi tra l’operazione politica ed economica dello SbloccaItalia e la condanna definitiva del sindaco.
Come si è potuto leggere “il sindaco Luigi De Magistris fu sospeso il 2 ottobre 2014 con una sentenza di condanna emessa dalla X sezione del Tribunale di Roma, la quale condannava il primo cittadino di Napoli per abuso d’ufficio quando ancora svolgeva l’attività da pm presso Catanzaro, per l’acquisizione di utenze telefoniche senza alcuna autorizzazione da parte delle Camere. A riguardo venne applicata la cosiddetta legge Severino, la cui misura arrivò dopo la condanna a un anno e tre mesi, la quale sospese il sindaco dalle proprie funzioni attraverso un provvedimento lampo a firma del Ministro degli Interni Angelino Alfano, recapitato al Prefetto di Napoli Francesco Musolino affinché potesse raggiungere velocemente il dott. Luigi De Magistris. Riuscirà a tornare al suo posto, solo dopo la sentenza di 37 pagine, disposte dal Tar, il quale permetterà il reintegro rinviando alla Corte Costituzionale gli atti e sollevando una questione di legittimità della legge Severino“.
Difendere Luigi De Magistris per difendere la Costituzione
Il Governo decise di fare appello alla decisione del Tar e oggi sarà discusso. Oggi si sperimenterà quanto oltre sarà possibile per la tecnocrazia italiana, deformare il patto costituzionale e stravolgerlo nella sua ispirazione. Il Comune di Napoli, Bagnoli, sono i sintomi di un unico progetto politico nazionale, che annulla la legge fondamentale e qualsiasi tipo di tutela per il cittadino. Se De Magistris dovesse essere sospeso definitivamente nessuno più sarebbe tutelato nei suoi diritti e doveri, in quanto cittadino e parte del Popolo italiano.
Oggi non conteranno le antipatie per un sindaco, ma solo la possibilità di proteggere la Costituzione attraverso quest’ultimo, la possibilità di strappare dalle logiche del profitto il futuro di Bagnoli, la possibilità di divenire consapevoli della propria responsabilità, della propria forza, del proprio potere, della propria sovranità in quanto cittadini del Popolo italiano.