Pompei e l’Europa potrebbe essere l’inizio di quel riscatto culturale che il Sud attende da tanto. Con i fondi del Grande Progetto Pompei, in occasione dell’inaugurazione dell’Expo 2015 a Milano e con la speranza di poter finalmente riscattare il buon nome dell’Italia in tema di salvaguardia e valorizzazione del proprio patrimonio artistico e culturale, a partire dal 26 maggio fino al 2 novembre al Museo archeologico nazionale di Napoli e agli Scavi archeologici di Pompei sarà allestita una eccezionale e monumentale mostra intitolata “Pompei e l’Europa”. La soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei punta a convogliare e contaminare i reperti e le collezioni d’arte antica e moderna che hanno avuto l’influenza dell’antica Pompei e del linguaggio classico.
“Pompei e l’Europa” porterà la cultura neoclassica europea a Napoli e a Pompei
Il soprintendente
Massimo Osanna presenterà
200 anni di storia di cultura europea, dalle
scoperte borboniche del 1738 al 1943. Al Museo archeologico nazionale reperti di Pompei, Ercolano, Stabia, e i prestiti dalle collezioni del
British Museum, del
Victoria and Albert Museum, del
Museo Angers a Besançon, del
Museo di arti decorative di Parigi, della
Fondazione Le Corbusier, della
Gispoteca di Possagno, della
Villa Medici a Roma, della
Villa Giulia a Roma, dalla
Pinacoteca di Weimar, dal
Museo di Berlino, dal
Museo di Lipsia, dal
Museo di Monaco di Baviera, dialogheranno attraverso le opere di
Picasso,
Normand,
De Chirico,
Le Corbusier,
Canova,
Klee,
Moreau,
Sain,
Gigante,
Palizzi,
Gaeta,
Hackert,
Piranesi,
Morelli,
De Nittis,
Duclère, per raccontare come, nel
corso del XVIII – XIX secolo, gli scavi archeologici di Ercolano (1738), Pompei (1748), Stabia (1749) diedero vita al Neoclassicismo, corrente di pensiero che scriverà poi la storia dell’Europa Ottocentesca.