Alla chiusura delle indagini sulla strage di Avellino del 28 luglio 2013 il gip della Procura di Avellino ha emesso 15 avvisi di garanzia nei confronti della società Autostrade per l’Italia, della Motorizzazione Civile e della società di trasporti a cui il pullman era intestato, la Alam Viaggi.
La Procura di Avellino accusa le Autostrade, la Motorizzazione e l’imprenditore
Tra gli accusati ci sono Giovanni Castellucci e Riccardo Mollo, rispettivamente l’amministratore delegato e il direttore generale della società Autostrade per l’Italia; per gli stessi reati di omicidio colposo e di omicidio plurimo colposo sono stati accusati dirigenti e funzionari di Autostrade per l’Italia, il proprietario della società di trasporti Alam Viaggi di Napoli Gennaro Lametta, e Vincenzo Saulino, funzionario della Motorizzazione Civile.
La strage è somma delle incompetenze di tutti
Una strage, quella sul viadotto Acqualonga dell’A16, in cui morirono 40 persone. Il bus guidato dal fratello di Gennaro Lametta, che pure perse la vita nella strage, precipitò per un’altezza di 30 mt dal viadotto, tra il tunnel di Monteforte e Baiano, sfondando le barriere protettive di acciaio e cemento del guardrail.
40 i morti su un tratto autostradale tra i più pericolosi d’Italia
Persero la vita 40 persone e tra questi furono coinvolti 3 neonati, 4 bambini, 33 adulti (passeggeri sia del bus sia delle vetture coinvolte nel lungo tamponamento autostradale. Secondo la Procura di Avellino le responsabilità del disastro sono a tutto tondo e coinvolgono il funzionario della Motorizzazione Civile per aver rilasciato una certificazione di idoneità per un autobus che pur avendo percorso 800.000 km non ha mai avuto effettuata una revisione; il proprietario dell’Alam Viaggi responsabile di un autoveicolo non a norma; i dirigenti, i funzionari e i manager di Autostrade per l’Italia per responsabilità legate a una carreggiata autostradale non a norma e già da tempo risultante pericolosa.