Chiese chiuse di Napoli: i Verdi lanciano un appello a Nino Daniele

Più di 200 sono le chiese chiuse di Napoli, sconsacrate a abbandonate. I Verdi chiedono un progetto di recupero e si rivolgono a Nino Daniele, assessore alla cultura

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Chiese chiuse di Napoli: i Verdi lanciano un appello a Nino Daniele

S. Agostino alla Zecca, S. Maria di Portosalvo, San Carlo alle Mortelle, San Giorgio dei genovesi, San Giovanni Battista delle monache, San Giuseppe delle Scalze, Santa Maria della Sapienza, Santa Maria di Portosalvo e Santa Maria Stella Maris a San Biagio  sono solo alcune delle chiese chiuse di Napoli che sono circa 200. La nostra città vanta un numero di chiese superiori a quelle di Roma, la capitale del Cristianesimo (300 chiese tutte aperte e funzionanti), ma solo poco più della metà sono fruibili ai cittadini e ai turisti, le altre sono in uno stato di assoluto degrado ed abbandono. Il centro storico di Napoli, come sappiamo, è patrimonio dell’UNESCO e possiede 450 chiese all’incirca, ma per mancanza di fondi e personale rimangono lì depredate, destinate a cadere a pezzi sotto i nostri occhi impotenti. Dall’interno delle chiese chiuse di Napoli è stata portata via ogni cosa: candelabri, quadri, cornici e ornamenti di ogni genere. Questi edifici storici rientrano nel Patrimonio dell’Umanità e come tale devono appartenere a tutti ed ecco che si cerca una soluzione per rendere di nuovo fruibili le chiese chiuse.

Chiese chiuse di Napoli: ecco la proposta dei Verdi

Carmine Attanasio e Francesco Emilio Borrelli, esponenti dei Verdi, lanciano un appello all’assessore alla cultura Nino Daniele per chiedere all’amministrazione di elaborare un progetto europeo per recuperare l’immenso patrimonio storico e architettonico costituito da decine di chiese monumentali chiuse ormai da tanti decenni. “Bisogna chiedere e utilizzare altri fondi europei perché Napoli, nonostante i progetti del Centro Storico scaturiti dal finanziamento UE di cento milioni, ha ancora tanti tesori seppelliti dall’incuria e dall’abbandono“, dicono Attanasio e Borrelli,