L’incredibile saga della celebre Villa d’Elboeuf e della Napoli – Portici, chiusa al traffico ferroviario per il crollo di un muro sui binari, continua. Quanti credevano che le innumerevoli campagne mediatiche, le proteste delle associazioni e dei cittadini e le manifestazioni di disagio degli utenti della tratta ferroviaria Napoli – Salerno avrebbero dato dei risultati rimarranno molto delusi: perché oggi i lavori, sia quelli per la ristrutturazione di Villa d’Elboeuf, sia quelli per la messa in sicurezza della ferrovia, sono bloccati.
I lavori di restauro di Villa d’Elboeuf bloccano quelli per la ferrovia Napoli – Portici
Mentre Villa d’Elboeuf solo di recente è stata messa in sicurezza da un’armatura di impalcature che, speriamo presto, porterà ad un effettivo e serrato piano di restauro dell’intero complesso settecentesco, le Reti ferroviarie italiane hanno cercato di bypassare le lentezze altrui, inaugurando un cantiere che avrebbe dovuto rendere funzionante la Napoli – Portici entro il 14 dicembre 2014. Peccato però che i responsabili di Rfi non si siano accorti che lavorare indipendentemente dagli altri ha condotto a uno spreco di tempo e denaro che come risultato ha ottenuto un progetto che cozza con quello di Villa d’Elboeuf. Alla presenza di impalcature inattese e forse inutili, per il restauro di Villa d’Elboeuf, Rfi ha scoperto, come chi non vede oltre il proprio naso, che ora l’affrettato progetto per un Tunnel, paradossalmente, non può essere completato. Una buona cosa sarebbe potuta essere pensare bene prima di agire e concepire un progetto che comprendesse due urgenze simultanee. Solo in questo modo sarebbe stato possibile conseguire una unica soluzione per due lavori contemporanei, ma come al solito in Italia ognuno pensa a sé.
A quanto pare, l’annosa attesa dei pendolari dovrà subire una ulteriore complicazione: Rfi infatti ha deciso di fare causa all’azienda responsabile dei lavori di restauro della sovrastante Villa d’Elboeuf, affermando che l’impalcatura montata intorno alla villa è abusiva. Il Tribunale di Napoli, ovviamente, prima di procedere in giudizio per entrambe le parti coinvolte, ha fatto sapere che ha proceduto affinché si nominasse un consulente che accerti cosa sia realmente accaduto a Portici e cosa dovrà essere fatto affinché tutte le parti interessate ritornino alla normalità.
La decenza puo essere comune; il buon senso è raro
La giustizia, dunque, dovrà fare il suo corso, ma, come succede in Italia, tutti si interrogano solo dopo che ciascuno ha agito di testa propria. Così, dal 4 febbraio 2014 la ferrovia Napoli – Salerno è interrotta a causa del crollo di un monumento nazionale sul tratto ferroviario Napoli – Portici, all’altezza della Stazione di Portici, e mentre Invest (società proprietaria di Villa dElboeuf) e Rfi agiscono ognuna indipendentemente dall’altra, senza coordinarsi per la soluzione veloce ed efficiente di un unico problema, i disagi si aggravano per tutti coloro che aspettano.
Con il caso della ferrovia Napoli – Portici siamo tutti a perdere qualcosa
Il 27 marzo e il 29 maggio scorso il Comune di Portici e la Soprintendenza diedero l’ok al progetto di Rfi, bypassando per intero la questione dei restauri, ma non appena le impalcature intorno Villa d’Elboeuf hanno cominciato ad essere montate, queste hanno interferito con il lavoro di ingegneria strutturale ferroviaria di Rfi. Perché il Comune di Portici, la Soprintendenza, la Regione Campania, la Invest e Rfi non sono riuscite o non hanno voluto mettersi d’accordo per una soluzione integrata e razionale della questione, ora sia i lavori di Rfi sia quelli della Invest sono fermi. Niente restauro dello storico complesso settecentesco e niente lavori sulla linea ferroviaria. In barba a ogni buon senso. Ancora una volta funzionari pagati fior di quattrini dai cittadini non sanno risolvere razionalmente i problemi quotidiani, figurarsi quelli straordinari: perché coloro che sanno o che dovrebbero sapere non agiscono di conseguenza? Perché i governanti non sono in grado di governare?