Lady in the city
Rubrica di Eliana Iuorio
L’Asl Napoli 1, non dispone più dell’apparecchio per effettuare le mammografie, al distretto 47 – Conte della Cerra.
Dal giugno di questo anno, l’impianto è fermo a causa di un guasto all’apparecchio cd “mammografo”.
Niente visite, niente diagnostica, niente di niente.
Dal 27 ottobre un gruppo di cittadini chiede di essere ricevuto dal commissario dell’Asl. Maurizio Scoppa, per chiedere chiarimenti in merito e sollecitarne la riparazione, ma ad ora nessuna risposta, né sua né di altri responsabili della struttura sanitaria.
Questo gruppo di cittadini si è riunito in comitato e stamattina, sabato 12 novembre, ha manifestato provocatoriamente in via Scarlatti al vomero, con l’iniziativa “Colletta per la riparazione del mammografo di Conte della Cerra”; un evento simbolico, per attrarre l’attenzione dei cittadini distratti e dei media molto spesso disinteressati e lontani dalle esigenze sociali.
Ed intanto, le donne che vivono in una terra, quale quella campana, danneggiata dalle ecomafie e quindi esposte ad un rischio tumorale maggiore, rispetto ad altre, devono rivolgersi altrove, per l’accertamento dell’eventuale malattia… magari, anche ai tanti centri privati specializzati e costosi, presenti nel circondario. E tanto pubblicizzati.
Ma quale, l’importanza della prevenzione, in materia di cancro al seno?
L’ho chiesto ad una delle più valenti giovani senologhe del napoletano, il medico giuglianese Giuseppina Di Martino.
Il carcinoma mammario rappresenta la neoplasia epiteliale piu’ diffusa del sesso femminile nei paesi industrializzati, in cui detiene il primato di mortalità legata a tumore, configurandosi come vera e propria malattia sociale.
L’ eziologia della neoplasia è ancora sconosciuta, i molteplici studi condotti hanno evidenziato numerosi fattori di rischio che possono concorrere nel determinismo e nello sviluppo della malattia(costituzionali, ambientali, patologici, genetici, parametri cronologici, demografici e sociologici); pertanto, interventi di prevenzione primaria, finalizzati all’ eliminazione delle cause predisponenti presentano scarsa efficacia nel ridurre l’ incidenza (cioè il numero di nuovi casi di malattia) della patologia, ugualmente una prevenzione farmacologica(chemoprevenzione) è ancora in fase di sperimentazione clinica.
Inoltre la storia naturale della malattia insegna che la dimensione della lesione è strettamente correlata all’ interessamento loco-regionale (linfonodale) e ad un’ eventuale disseminazione sistemica metastatica: infatti, per lesioni inferiori ad 1 cm meno del 5% dei linfonodi distrettuali sono interessati dal tumore, con un miglioramento della prognosi e della sopravvivenza, che a 5 anni è pari a circa il 96% dei casi trattati.
Quindi la diagnosi precoce può salvare una vita?
Chiaro. L’ unica arma a disposizione è la diagnosi precoce, attraverso programmi di prevenzione secondaria condotti sulla popolazione asintomatica, ed in tale ambito la mammografia rappresenta la metodica più efficace per innocuità, sensibilità e specificità nel rilevare lesioni in stadio iniziale. Fra gli studi condotti sull’ importanza della mammografia nello screening, il primo e più importante risale al 1960, lo studio Health Insurance Plan (HIP), che produsse le prime evidenze scientifiche della potenzialità dello screening senologico(mammografia ed esame clinico): a 7 anni, su 60.000 donne esaminate, si notò un decremento della mortalità pari al 30% per le pazienti sottoposte allo screening. Inoltre la ricerca di Tabar e coll. del 1995 ha ribadito e confermato la riduzione di mortalità pari al 30% nelle donne sottoposte allo screening.
Le avanzate tecniche odierne sono efficaci nel diagnosticare in tempo, la malattia?
Negli anni, numerose innovazioni sono state apportate, alla mammografia di screening: la marcata riduzione delle radiazioni emesse, gli affinamenti della qualità dell’ immagine(come per la mammografia digitale) e la possibilità di intervenire sulla stessa, ed una maggiore capacità di interpretazione dei risultati emersi dalle immagini radiologiche da parte del personale medico, che ha inoltre introdotto una terminologia standard per ridurre la soggettività dell’interpretazione radiologica e favorire il monitoraggio dei risultati.
In conclusione, gli effetti delle campagne di prevenzione attuate nei decenni scorsi si traducono in un incremento di incidenza ( numero di nuovi casi ), di cancro della mammella diagnosticati in uno stadio evolutivo precoce a cui corrisponde una sostanziale tendenza alla riduzione dei tassi di mortalità come espressione dei progressi ottenuti in campo terapeutico.
RoadTv Italia e la vostra Lady in the city non si fermeranno qui e documenteranno presto: la voce del comitato, la risposta dell’Asl e l’evolversi degli eventi.