“La mia passione per il cinema è cominciata dalla mia passione per la fotografia”. Così Francesco Rosi raccontava a Giuseppe Tornatore la nascita del grande amore della sua lunga vita da regista. Una storia di passione per il cinema che, a un mese dalla scomparsa del grande regista napoletano, il regista siciliano Giuseppe Tornatore, suo grande amico, ha raccontato nella Sala Villani del Suor Orsola Benincasa.
Giuseppe Tornatore a Napoli per ricordare Francesco Rosi
“Decidere quale sia il film più importante di Francesco Rosi è difficile. Ancora non riesco a scegliere tra Salvatore Giuliano e Mani nella città”. Giuseppe Tornatore inizia così la sua intervista con la stampa all’ingresso della Sala Villani. “In realtà, Francesco Rosi, ha creato, un modo di concepire il rapporto tra il regista e il cittadino nel contesto in cui vive, con il potere e con la politica – spiega Giuseppe Tornatore e aggiunge:”Rosi amava molto essere ricordato per il suo essere cittadino”.
Giuseppe Tornatore a Napoli: “Città intrigante per un cineasta, come la Sicilia”
E su Napoli, ricordando che Rosi diceva che la città andava raccontata sia nel bene che nel male, Tornatore ammette di riconoscere in queste sue parole lo sguardo del maestro Rosi. “Napoli va raccontata così come è nelle sue luci ed ombre; raccontarne solo un aspetto o l’altro è sarebbe una impostura anche perché Napoli ha un ventaglio di argomenti talmente ampio che la rende intrigante agli occhi di un cineasta che dentro questa città trova un mondo, un mondo che in una Regione come la Sicilia sarebbe spalmato per tutto il territorio dell’isola”.
Rispetto al passato, Tornatore dichiara che la cinematografia di oggi, nonostante la crisi, “è una cinematografia che non si arrende di fronte alle difficoltà strutturali ed economiche. C’è una produzione molto viva che non si rassegna dinanzi alla recessione“.