È possibile essere puniti sul posto di lavoro per aver espresso una propria opinione? Leggendo la lettera scritta da Gerardo Giannone, operaio Fiat, sembrerebbe proprio di sì. La denuncia è partita dal suo personale account Facebook, dove l’operaio ha voluto informare tutti della sua situazione tragicomica.
Il post scritto da Gerardo inizia con il telegramma da lui ricevuto da parte della Fiat di Pomigliano, che recita: “Le comunichiamo formalmente che ella dovrà presentarsi il giorno 20 febbraio 2015 alle ore 8:00 di mattina presso l’aula vetri, per svolgere attività lavorativa prevista“. A detta dell’operaio Fiat questa sarebbe una punizione infertagli per aver espresso il proprio disappunto per i sabati di straordinario, tramite un agenzia e un articolo comparso su Repubblica domenica mattina.
L’operaio Fiat era distaccato presso il reparto stampaggio di Pomigliano, e lavora sia per Panda sia per lo stabilimento SEVEL di Val di Sangro, per Melfi e altri stabilimenti. Ora invece, l’operaio sarà costretto a seguire un corso di formazione, che peraltro aveva già seguito a febbraio 2014, esattamente un anno fa. “Cinque giorni pagati a cassa integrazione, ora mi rimettono lì per fare un altro corso della durata sempre di 5 giorni articolati 1 al mese per 5 mesi. In termini economici significa perdere circa 180 euro mensili rispetto al reparto dove stavo prima, stampaggio, ma cosa avrò fatto mai?” si chiede Gerardo Giannone.
Cosa avrà fatto mai di male l’operai Fiat Gerardo Giannone?
La risposta come sempre ce la fornisce lo stesso operaio Fiat, svelandoci cosa avrebbe dichiarato alla stampa: “Io ho affermato che la Fiat non aveva avuto un incremento di produzione, ma, bensì, stava riducendo i costi della produzione attraverso la CIG (pagata dallo stato) perchè la stessa è stata fatta dal 26 gennaio al 2 febbraio 2015, cioè, abbiamo perso sei giorni di lavoro con una perdita produttiva di 4800 auto, per poi approfittare di 3 sabati di straordinario (che grazie agli incentivi alla produzione vengono detassati al 50%) per consegnare 1200 auto su le 4800 perse. Avevo definito, e definisco ancora, tale operazione, con la seguente definizione: ‘socializzare le perdite e privatizzare i profitti’. La mia proposta era di fare un terzo turno di notte al reparto montaggio in modo da far lavorare tutti nel mese di febbraio almeno 7 giorni, invece dei 3/4 che mediamente fano circa 1245 operai”. È per queste dichiarazioni che Giannone è stato punito e perderà 180 euro al mese?
Giannone chiude infine con una sua personale riflessione sullo sciopero Fiom a cui hanno aderito solo cinque operai: “Se qualcuno vuole la risposta al perché solo 5 operai hanno aderito allo sciopero della Fiom, ecco, basta che veda cosa succede ad un operaio iscritto alla Fim Cisl (sindacato firmatario) ex RSU, promotore del circolo PD in Fiat, e capirà perché gli operai oggi votano i firmatari, non fanno sciopero e non parlano più con i giornalisti. Se questa punizione viene data a me che tengo le spalle larghe, figurati agli operai senza esperienza sindacale, e politica, come può incidere sulla libertà di scegliere e di combattere contro un ingiustizia“.