A Caivano la Regione Campania fa false bonifiche

La Regione Campania non solo abbandona Caivano e la Terra dei fuochi ma la minaccia ancor più con false bonifiche.

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Rifiuti sotto cavalcavia
Noi qui stiamo lavorando col cuore. Io, ad esempio, sono di Casoria, sono figlio di questo territorio. Sarebbe assurdo se la questione non mi interessasse; mi interessa eccome. È un mese che stiamo qui a spaccarci la schiena per mettere in sicurezza tutti questi rifiuti. Purtroppo per adesso non possiamo fare altro, il nostro compito è quello di differenziare“. Questa è la dichiarazione di un operaio dell’Astir a Enrico Nocera, giornalista per il Corriere del Mezzogiorno, che descrive brevemente il fatto di come a Caivano la Regione Campania fa false bonifiche e di come non solo si limita a dissotterrare i rifiuti tossici e a differenziarli, lasciandoli in balia dei venti e di ulteriori roghi, ma mette a rischio ulteriormente le colture e i polmoni dei cittadini con polveri di amianto che si librano su nel cielo.

La Regione Campania a Caivano fa false bonifiche ma spende 23 milioni di euro in pubblicità

A denunciare i risibili fondi regionali stanziati per le effettive e complete bonifiche di Terra dei fuochi, le “criminali” delibere della Regione che assegnano oltre 23 milioni di euro alle casse del Calcio Napoli e delle aziende pubblicitarie che lavorano per ripristinare il buon nome della Campania (ridicolizzato dall’emergenza cronica dei rifiuti) e il disimpegno della classe dirigente meridionale in merito alle 50 bonifiche da fare solo a Caivano, sono i cittadini dell’associazione “Un’Infanzia da vivere” . Coperti dai cavalcavia della Superstrada Nola – Villa Literno e in piena ASI – Zona industriale di Caivano in località Pascarola vi sono decine di cumuli di rifiuti tossici e sacchi bianchi aperti e scoperti pieni di eternit, i quali invece di essere posti in effettiva sicurezza, vengono recintati e resi disponibili a chi volesse cimentarsi in malsani aerosol.

I cittadini più impegnati di Caivano si associano contro le false bonifiche

Bruno Mazza, presidente di “Un’Infanzia da vivere”, è il più arrabbiato tra i cittadini di Caivano, e non accetta come, di fronte ad amianto dissotterrato e non coperto, guaine, fusti tossici, coloranti, vernici, plastiche, materiali tessili e di risulta, lamiere, carcasse di automezzi, pneumatici, tecnologie casalinghe e chi più ne ha più ne metta, la Regione Campania e le sue partecipate, come l’Astir, peggiorino il disastro ambientale a Caivano. Al Parco Verde sono stufi di vedere operai di bonifica che differenziano i rifiuti tossici come fossero lattine e fogli di carta. I cittadini di Caivano sono stufi di vedersi stanziati una miseria di 500 mila euro in false bonifiche dalla Regione Campania; e, inoltre, “questo amianto dovrebbe quanto meno essere coperto. A questo punto era meglio se l’avessero lasciato qui sotto, seppellito nel terreno. Invece hanno semplicemente recintato con un nastro arancione la zona. L’amianto si trova qui da oltre un mese e noi non sappiamo ancora che fine farà. Chiediamo alla Regione: che fine deve fare tutta questa roba? E che fine dobbiamo fare noi?“, dichiara Mazza.

Regione Campania e aziende partecipate per non bonificare Caivano

A quanto sembra i cittadini di Caivano devono silenziosamente continuare a morire, come hanno fatto in questi anni e come, probabilmente, faranno nel prossimo futuro. 500 mila euro è una “cifra irrisoria, soprattutto se confrontata a quella che la Regione ha stanziato” per pubblicità, promozione turistica e ” per le società sportive, tra cui il Calcio Napoli, 23 milioni di euro, per “ripulire” l’immagine della Terra dei fuochi invece di ripulire la Terra dei fuochi stessa. Ma come potete vedere è inutile che stiamo qua a prenderci in giro, a girare gli spot e a inventarci proclami: non c’è niente di cui stare allegri, stiamo come e peggio di prima“.

Cosa si inventerà ora la Regione Campania, più interessata a vendere a 1,50 a mq il Litorale Domizio-Flegreo a certi privati, piuttosto che bonificare e tutelare la propria terra? La Regione Campania risponderà con altri inconsistenti proclami o, come si dice in una celebre pubblicità, con solide realtà?