Dagli scavi archeologici egiziani emergono due barattoli prodotti a Napoli

Dagli scavi archeologici egiziani emergono due barattoli della Cirio provenienti da Napoli. Come sono giunti sino alle sabbie della Nubia?

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Dagli scavi archeologici egiziani emergono due barattoli prodotti a Napoli

Dagli scavi archeologici egiziani, precisamente dalle sabbie della regione egiziana della Nubia, emergono due barattoli di latta della Cirio, databili all’anno 1923, che contenevano estratto di pomodoro e concentrato di carne.

Il ritrovamento è avvenuto ad opera di un team di ricercatori dell’Istituto Archeologico di Vienna, che stavano lavorando su due villaggi edificati intorno al 1895 e abbandonati negli anni Trenta quando l’area fu colpita da una inondazione dovuta alla rottura della diga britannica situata vicino Assuan. Il luogo del ritrovamento si trova in una località chiamata Shellal, dove era posta l’ultima fermata di una linea ferroviaria minore costruita dagli inglesi nel 1884 e utilizzata per spostamenti militari.

Scavi archeologici egiziani: come sono finiti lì i contenitori della Cirio?

La Cirio in quegli anni era la fornitrice ufficiale dell’esercito italiano, impegnato nel ventennio fascista in azioni militari e di colonizzazione nelle aree vicine dell’Eritrea e della Somalia. Ma in quella zona dell’Egitto gli italiani avevano solo alcuni presidi postali, dunque è più probabile che il cibo sigillato fosse stato acquistato da militari britannici, considerata l’enorme esportazione di scatolette Cirio all’estero. L’ipotesi è rafforzata anche dalla scritta in inglese sulle etichette, poco leggibile, ma abbastanza per decifrarne la provenienza: “Alimentari Cirio tomatoes, presso Napoli – Italy“. Quindi le scatolette furono prodotte a Napoli.

A partire dagli inizi del Novecento, la Cirio, azienda alimentare nata a Torino nel 1856 aveva fondato diversi stabilimenti in Campania, data la bontà del pomodoro di San Marzano. La principale attività si svolgeva a San Giovanni a Teduccio, nell’area di Vigliena, a Pontecagnano, a Castellammare di Stabia, Paestum, Nola e Caivano, quest’ultima aperta fino al 2011, data della sua definitiva chiusura.

Questo ritrovamento – dichiara a la Repubblica Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia (azienda che detiene il gruppo Cirio) – è un piccolo tassello di una grande storia tutta italiana, che ricorderemo con una serie di iniziative il prossimo anno, per la ricorrenza dei 160 anni di vita del marchio”.