Il sindaco dell’isola verde, Ischia, Giosi Ferrandino, è stato arrestato con altre nove persone, dirigenti del colosso delle cooperative Cpl Concordia, questa mattina dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli su tangenti pagate per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana. Più di un reato gli è stato contestato, tra cui: associazione a delinquere alla corruzione, turbata libertà degli incanti al riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’accusa ha portato alla luce un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della Cpl Concordia con cui retribuire pubblici ufficiali per ottenerne i «favori» nell’aggiudicazione di appalti – come si legge sul corrieredelmezzogiorno – La stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia, per un totale di 330 mila euro; l’assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, secondo l’accusa, il prezzo pagato dalla Cpl per la corruzione del sindaco. Secondo l’accusa Ferrandino «era diventato una sorta di factotum al soldo della coop».
Giosi Ferrandino – Accordi con la camorra
Secondo gli inquirenti, i dirigenti della Cpl Concordia, hanno creato un “modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali”.
Giosi Ferrandino – Il Pd di Napoli chiede chiarezza
Intanto in una nota scritta il Pd metropolitano di Napoli chiede chiarezza: “Abbiamo appreso dell’inchiesta che vede coinvolto il sindaco di Ischia, Giosi Ferrandino, esponente del nostro partito. Nel ribadire piena fiducia nell’operato della magistratura, auspichiamo che Ferrandino possa chiarire la propria posizione e dimostrare l’estraneità agli addebiti che gli vengono contestati”.
Giosi Ferrandino – Massimo D’Alema esclude ogni coinvolgimento
Dalle intercettazioni è emerso anche il nome di Massimo D’Alema (non indagato), dove emerge che la Cpl Concordia acquistò «alcune centinaia di copie dell’ultimo libro» di D’Alema «nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola riconducibile allo stesso D’Alema». Ma ad un possibile coinvolgimento D’Alema ha risposto: “Certamente ho rapporti con Cpl Concordia» ma «è un rapporto del tutto trasparente, che non ha comportato né la richiesta da parte loro né la messa in opera da parte mia di illeciti di nessun genere. Non ho avuto alcun regalo e nessun beneficio personale”.