Alfonso De Martino, presidente Onlus, e sua moglie, sono finiti in manette con la accusa di truffa, peculato e appropriazione indebita. I due si impossessavano del denaro destinato ai migranti, e con tali soldi nel tempo hanno comprato un immobile a Milano, una società telefonica a Pozzuoli, preso in affitto il locale Kestè di Pozzuoli e comprato ben 37 biglietti per la partita Napoli-Chelsea. I due sono stati fermati prima che scappassero per il Montenegro.
La svolta nel caso
Eppure è stato lo stesso De Martino, presidente Onlus, a far avviare le indagine contro di lui, il giorno in cui denunciò due somali, i quali si erano presentati nella sede dell’associazione minacciandolo di consegnarli del denaro. I due somali furono arrestati e poi scarcerati nel corso delle indagine, che poi hanno cambiato rotta verso il presidente Onlus, Alfonso De Martino.
Altri indagati
Nel corso delle indagini si è anche scoperto il coinvolgimento di due funzionari regionali del settore Protezione civile, accusati di corruzione. I due, in cambio di denaro, indirizzavo i migranti proprio verso l’associazione del presidente Onlus De Martino. Sul corrieredelmezzogiorno.corriere.it si legge inoltre che “Uno dei funzionari avrebbe inoltre reso possibile la convenzione tra la Regione Campania e la onlus in assenza dei requisiti, in quanto la struttura destinata all’accoglienza dei migranti era stata realizzata abusivamente. Su tali circostanze la Procura sta svolgendo accertamenti. Parallelamente all’inchiesta sulla gestione dell’assistenza ai migranti, la procura di Napoli sta indagando sui soldi (circa un milione di euro) corrisposti all’associazione «Un’Ala di Riserva» dalla Protezione Civile e dalla Regione Campania dal maggio 2011 al dicembre 2012. Per i pm vi sono fondati elementi per ritenere che l’attività della onlus veniva svolta in maniera fraudolenta e che fosse utilizzata da politici locali «per scopi clientelari»”.