Da ieri è ormai ufficiale ciò che sapevano tutti da tempo. Rafa Benitez non sarà l’allenatore del Napoli la prossima stagione. Si conclude dopo due anni il rapporto tra il tecnico spagnolo e la città. Una città che, a onor del vero, è sempre stata divisa nel suo giudizio su di lui. Tra coloro che si sono fatti conquistare dall’allenatore madrileno (e prossimo madridista) e chi invece, purista del calcio italiano (o all’italiana se si preferisce), non ha mai partecipato alla rivoluzione mentale che Benitez ha provato a fare. Volendo trasformare Napoli in una grande piazza, nella testa prima di tutto.
Rafa Benitez secondo solo alle spalle di Ottavio Bianchi come trofei vinti da un tecnico a Napoli
Ma la soggettività, si sa, è da sempre alla base del calcio. Certe sensazioni si provano a pelle e se ciò non accade, è difficile possa verificarsi con il tempo. Però di una cosa a Benitez va dato atto. Qualcosa di oggettivo e insindacabile. Andando a spulciare nella bacheca del Napoli, si trovano 10 trofei, forse 12, volendoci inserire anche le ormai dimenticate coppa Delle Alpi e coppa di Lega Italo-Inglese. Ma, riferendoci solo ai 2 scudetti, le 5 coppe Italia, la coppa UEFA e le 2 Supercoppe Italiane, questi vanno così ripartiti: 3 trofei (scudetto, coppa UEFA e coppa Italia) portano la firma in calce di Ottavio Bianchi, 2 di Albertino Bigon (scudetto e Supercoppa Italiana), una coppa Italia a testa per Walter Mazzarri, Bruno Pesaola e Aberto Delfrati. Ma, prima di questi ultimi tre, al pari con Bigon padre, c’è proprio Rafa Benitez, con i suoi due trofei. La coppa Italia e la Supercoppa Italiana.
Al netto dei dieci trofei nella bacheca azzurra, due portano la firma di Rafa Benitez
Due coppe che lascia nella bacheca del Napoli al momento di salutare tutti. Coloro che sono rimasti dalla sua parte e chi invece lo ha visto come l’origine di tutti i mali. Due coppe che, nell’economia dei 10 (o 12) trofei di cui il tifoso del Napoli può fregiarsi e vantarsi, dal 1926 al 2015, dovrebbero assumere, anzi, assumono, un peso specifico abbastanza importante. E si potrebbe anche star qui a parlare dell’eliminazione dalla Champions League dello scorso anno con 12 punti (record), della semifinale di una coppa europea raggiunta dopo 26 anni, nello stessa stagione in cui sei arrivato in semifinale anche della coppa nazionale. Si potrebbe, ma non meglio non farlo. Meglio limitarsi ai trofei. Quelli che contano più di tutto, perchè sono indelebili. E, trofei alla mano, e in bacheca, meglio di Rafa Benitez, nella storia del Napoli ha fatto solo chi ha avuto modo e fortuna di ritrovare sulla sua strada e in campo Diego Armando Maradona. C’è voluto il più forte di tutti i tempi per portare a Napoli lo scudetto. Questo non va mai dimenticato. Non va dimenticato cos’era e cos’è stato Napoli prima e dopo quei 7 anni di pura magia.
Il rimpianto più grande di Rafa Benitez è non essere riuscito a inculcare una mentalità vincente
Ciò che invece qualcuno ha preteso da Benitez, convinto che la sua bravura e la sua capacità di aver vinto tutto, ovunque, volesse dire fare miracoli. Magari trasformare i piedi di qualcuno in ciò che non sono. Anche se lui, in realtà, un miracolo ha provato a realizzarlo. Ha provato a trasformare le teste. Ha provato a inculcare la mentalità vincente nell’intero ambiente. Ma non c’è riuscito. Meglio attaccare lui. Meglio dire sia tutta colpa sua, piuttosto che apprezzarlo per ciò che ha provato a fare con i mezzi a sua disposizione. Forse è questo il suo rimpianto più grande.