Palazzo triangolare alla Pignasecca: un progetto per un’architettura civile nell’area della Pignasecca

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Palazzo triangolare alla Pignasecca: un progetto per un'architettura civile nell'area della Pignasecca

Un palazzo triangolare alla Pignasecca, un progetto per un’architettura civile nell’area della Pignasecca realizzato da Renato Capozzi, Federica Visconti con Lorenzo Criscitiello e Mario Criscitiello. Secondo quanto scritto sul Corriere del Mezzogiorno, la proposta si riferisce al completamento della testata dell’isolato triangolare che definisce uno dei fronti dello slargo di piazza Pignasecca. Il nuovo edificio, costruito sul sedime del blocco crollato con i bombardamenti del secondo conflitto mondiale (del quale rimane solo il piano terra), ridefinisce l’isolato verso lo slargo in direzione di via Portamedina accogliendo al suo interno molte funzioni e realizzando piazza coperta.

Un palazzo triangolare alla Pignasecca: lotto triangolare diviso su due livelli

Il lotto triangolare è diviso su due livelli sovrapposti dei quali il più alto, posto in continuità con l’edifico adiacente, ospita un’aula multifunzionale destinata agli studenti del Dipartimento di Architettura, mentre il secondo, più basso e loggiato, ospita un bar e una balconata aperta sul largo Pignasecca. Da tale loggia si accede, mediante un condotto che scavalca via Forno Vecchio, nel complesso che ospita il Dipartimento di Architettura, opera di Marcello Canino. Al piano terra trovano nuova collocazione le attività commerciali e mercatali che già oggi caratterizzano questo luogo. Qui, di sera, potranno essere accolti wine-bar, manifestazioni musicali e teatrali, oltre che – recuperando la tradizione delle logge civiche rinascimentali – rappresentare un luogo coperto per manifestazioni rivolte alla cittadinanza del quartiere e per eventi culturali promossi della vicina Università, a favore dell’ampia e vivace popolazione studentesca.

Resta la speranza – raccontano i progettisti – che l’irruzione di un’architettura civile come questa possa contribuire, al di là di sociologismi e facili slogan, al reale miglioramento della condizione di degrado e incapacità di rinnovamento in cui oramai da troppi anni versa questa dolente e nobilissima città“.