Libreria Iocisto, presentazione libro “Mio padre in una scatola di scarpe”, di Giulio Cavalli

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Ospite della libreria “Iocisto”, in Via Cimarosa, con la presentazione del suo nuovo libro “Mio padre in una scatola di scarpe”, l’eclettico Giulio Cavalli, reduce, oltretutto,dallo spettacolo presso il Nuovo Teatro Sanità.

Il libro edito da Rizzoli riprende in forma romanzata la vita di Michele Landa, un uomo umile a sentire i figli, sempre dedito al lavoro e alla famiglia, ucciso a Mondragone nel luogo in cui ha vissuto, e la cui morte è ancora un enigma.

Ritrovato nella propria auto completamente bruciato, senza che ci fosse nessuna connivenza con attività criminali.

Le autorità misero sotto sequestro l’auto ed il corpo,  i figli dopo numerose richieste per riavere la salma,  nottetempo e violando una burocrazia anaffettiva, decisero di andare a riprendersi i resti del padre.

Si ritrovarono a custodire il corpo dell’amato padre  all’interno di una scatola di scarpe, per come era stato ridotto.

Cavalli ci tiene a ricordare che il romanzo non nasce come frutto di un progetto stabilito, ma da un incontro con la famiglia Landa.

– “il romanzo non nasce da un mio pensiero, ho solo ascoltato i soggetti in questione-”

– “il libro ha l’obiettivo di riaprire il caso, affinché la morte di Michele abbia un perchè, una motivazione”-.

Angela Landa, figlia di Michele ringraziando Giulio, ricorda che per il padre, in nove anni -” nessun pentito o criminale ha pronunciato parola, la legalità e la giustizia si possono avere solo con la concretezza-“.
L’obiettivo di questo libro, spiega Cavalli- “è quello di squarciare il silenzio- e parafrasando Don Luigi Ciotti – non possiamo lasciare soli i familiari delle vittima innocenti, leggendo questo libro le persone devono chiedere a gran voce la verità-.

 Giulio ricorda a tutti presenti che ad oggi, è stata sollevata un’interrogazione presso la Commissione Antimafia in merito al caso Landa, in attesa di una petizione successivamente all’esito dell’interrogazione.

Ciò che più sorprende, è che lo scrittore si senta rappresentato dal suo stesso libro, nonostante le vicende non si intersecano:

-“il motivo – spiega – è quell’incapacità affettiva delle forze dell’ordine che ho vissuto sulla mia pelle, ci sono condizioni che necessitano di una maggiore umanità, che possa rappresentare una porta aperta,paragonandoli, addirittura a dei burocrati, riprendendo  una citazione di Dario Fò -“prima inseguivano Cavalli adesso lo seguono”.
di Bruna Di Dio