A Napoli stop di 3 anni a nuove attività food nel centro storico

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A Napoli stop di 3 anni a nuove attività food nel centro storico

L’obiettivo dell’amministrazione è salvaguardare il Centro storico e, in particolare, le aree pubbliche di valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico.

Il Comune di Napoli dice ‘no’ all’apertura di nuove attività commerciali del comparto food and beverage nel Centro storico di Napoli, area Unesco, per i prossimi tre anni. I provvedimenti sono stati illustrati dal sindaco, Gaetano Manfredi, e dall’assessore al Turismo, Teresa Armato.

Lo stop riguarda anche attività di produzione, preparazione o vendita di prodotti alimentari così come non sarà consentito l’ampliamento di attività già esistenti di questa tipologia.

L’obiettivo dell’amministrazione è salvaguardare il Centro storico e, in particolare, le aree pubbliche di valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico e allo stesso tempo tutelare le attività tradizionali e la qualità di vita dei residenti.

Le misure, contenute in tre provvedimenti, sono state decise d’intesa con la Regione Campania e in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli.

Secondo i dati forniti sul territorio cittadino sono presenti 8.020 attività di food and beverage di cui 1.555 nell’area interessata dalle nuove regole di vincolo che si sviluppa su una superficie di 1,2 chilometri quadrati. Inoltre i numeri riferiscono che tra il 2019 e il 2022 il tasso di crescita di queste attività è stato del 10 per cento e l’incremento maggiore ha riguardato la ristorazione con preparazione di cibi da asporto.

L’amministrazione ha riservato particolare attenzione alla tutela di via San Gregorio Armeno, la strada dei pastori e dei presepi rinomata e conosciuta in tutto il mondo. Qui il blocco triennale riguarderà l’apertura di tutte le attività che non rientrano tra quelle di produzione o vendita collegate alla lavorazione artigianale dei pastori.

Le misure prevedono alcune deroghe che consentono l’apertura di attività di somministrazione e vendita nelle stazioni dei mezzi di trasporto pubblico, nelle mense o nei bar aziendali, nelle strutture ricettive alberghiere e all’interno di librerie, teatri, cinema e musei “se in forma accessoria rispetto all’attività principale”.

È inoltre prevista la possibilità di riattivazione a seguito di cessazione dell’attività o di subingresso purché entro un arco temporale definito. Il divieto di ampliamento, invece, non si applica ai “locali storici”, adibiti ad attività di artigianato, commercio e somministrazione.