di Manlio Converti e Giuliana Gugliotti
Indagato per aver trasfuso il sangue di un donatore omosessuale. Una storia che sembra un romanzo, invece è pura verità. Questa la sorte toccata a Mimmo Ronga, all’epoca dei fatti primario del Pascale, che ha scelto di non arrendersi e di raccontare in un libro, “Rinviato a Giudizio“, scritto a quattro mani con Angela Matassa, giornalista e scrittrice e oggi presentato e letto a Poeté dalla voce di Roberto Azzurro, la storia del suo calvario.
Un calvario durato sette anni, che apre ampi scenari di riflessione sulla discriminazione latente, ma tuttora ancora fortemente radicata, nei confronti degli omosessuali. “Il sangue trasfuso da Ronga” ricorda infatti Angela Matassa “non era infetto. Di un donatore omosessuale, ma non infetto”. Eppure Mimmo Ronga ha affrontato sette anni di procedimenti giudiziari per affermare il proprio diritto/dovere, in quanto medico, di effettuare quella trasfusione, e il diritto dell’anonimo donatore di compiere quello che, come afferma ancora Angela Matassa, “è un gesto d’amore“.
Un libro-verità che, attraverso il racconto dei fatti, spinge il lettore a riflettere su quanto i pregiudizi abbiano travisato, nell’immaginario collettivo, l’interpretazione dei pericoli che ciascun individuo, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, corre nell’attuare comportamenti a rischio, arrivando addirittura a stigmatizzare e opporre un rifiuto (xenofobico) alla generosità disinteressata di un prossimo erroneamente identificato come diverso, peggio malato, temuto.
Un libro che, proprio per queste caratteristiche, non poteva mancare a Poeté, ciclo di letture ideato e diretto da Claudio Finelli, a base di teina ma (soprattutto) in lotta, grazie al tramite della cultura, della poesia e della letteratura, contro ogni forma di discriminazione.
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25 ottobre 2013