Una domanda che mi ripeto dall’indomani della vittoria del Napoli, con la Coppa Italia, dove ci siamo ritrovati una città che di certo non ha vinto. La città è stata devastata. Tra tanti atti vandalici c’è stato quello a danno dell’aiuola centrale di Piazza Vanvitelli.
La notte della vittoria è stata devastata, più di tutte l’aiuola centrale che è simbolo delle adozioni del verde pubblico.
È curata con amore, adorna di fiori, che spesso vengono piantati con la collaborazione dei bambini delle scuole materne ed elementari del quartiere a cui s’insegna, appunto il bene comune.
Da anni la Famiglia Estate – Giovanni e sua moglie Rita – hanno adottato e curato questo spazio verde, adiacente al Chioschetto, centenaria attività di fiorista, che è posto su di un lato della piazza.
L’intero spazio urbano, è stato vandalizzato, sia la parte arborea che l’intero impianto d’irrigazione. In una sola serata sono andati infranti anni di lavoro, d’impegno, amore e passione per la propria città. Arrecando danni sia al territorio che economici all’azienda che ha impiegato danaro, tempo e sacrificio.
Raggiungo al telefono Davide Estate, Presidente dell’Associazione FAI Antiracket “Maurizio Estate”e raccolgo la sua amara riflessione: –“Festeggiare non vuol dire dare sfogo alla barbarie… Anche io sono tifoso, per me esserlo vuol dire prima di ogni altra cosa amare la mia città. Ed è per questo amore che insegno ai bambini a prendersene cura. Essere Napoletano non è solo un dato anagrafico, ma credo si misuri con quanta cura dedichiamo alla nostra città. Quell’aiuola è anche simbolo della battaglia contro il racket e l’usura. Ora è distrutta dal bieco vandalismo e dalla frenesia collettiva del branco. È una sconfitta di tutti, che all’indomani della strepitosa vittoria del Napoli in Coppa Italia, della vittoria sulla Juventus, bisogna contare i molteplici danni registrati in tutta la città a seguito degli eccessivi e irresponsabili festeggiamenti, che sono andati avanti per tutta la notte.”
Aggiungendo –“ Molti napoletani ieri sono stati degni degli Unni di Attila e Odoacre orde a dorso nudo che hanno devastato, rapinato, e aggredito tutto ciò che incontravano per strada… Ben diverso dai festeggiamenti dello scudetto vissuto anni fa all’insegna della festa. Ieri sera non c’è stata festa ma la notte del l’anarchia in cui tutto è stato possibile, oggi siamo ancora una volta etichettati come un popolo di sfaccendati e messi alla gogna, gettando nella feccia tutto ciò che si è fatto in tutti i mesi di reclusione per il covid19.”–
Non si può non condividere l’amarezza di questa riflessione del Presidente FAI Davide Estate. La mia conoscenza e stima per la Famiglia Estate mi rende certa, che quanto prima saneranno questo danno causato della comunità. Da quella cosiddetta società civile che non ha saputo tutelare un bene comune. Questi cittadini andrebbero denunciati e sanzionati. Dovrebbero essere in piazza a lavorare per ridare splendore a una piazza che è di tutti. È pura follia e non gioia quello che si è verificato. Follia, irresponsabilità e nessuna cura per la città e le persone. Ci si è dimenticato dei morti per il covid19, si sono dimenticate le terapie intensive, i respiratori, i rischi vissuti e che ancora ci sono. Abbiamo calpestato aiuole e il lavoro di uomini, medici, infermieri. Abbiamo annullato ogni distanza, dimentichi dei mesi di reclusione a casa, dei sacrifici, della gente che ha perso il lavoro, di chi non ha potuto pagare l’affitto o comprare il cibo. Abbiamo offeso i commercianti che sono stati costretti a chiudere, di tutti quelli messi in cassa integrazione. Di chi si è tolto la vita, perché non aveva più nulla. Abbiamo dimenticato la corsa alle mascherine, ai farmaci, ai disinfettanti. Abbiamo dimenticato quella lunga interminabile fila di camion militari che trasportavano bare con dentro uomini e donne morti da soli. Abbiamo dimenticato quei silenzi assordanti, che urlavano malattia, dolore e morte. Abbiamo dimenticato l’amore e il rispetto alle persone e alla salute. Abbiamo dimenticato che abbiamo scritto che saremmo stati diversi, che mai più saremmo stati gli stessi. Abbiamo dimenticato i milioni di ce la faremo. Abbiamo dimenticato il dolore. Abbiamo tutto ma abbiamo dimenticato l’essenziale. Siamo un popolo senza memoria.
Le foto sono state gentilmente concesse da Davide Estate, Presidente dell’Associazione FAI Antiracket “Maurizio Estate”.
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