Sono giorni bui per la nostra democrazia. Stavolta, dopo i lavoratori, pensionati, immigrati, insegnanti, nel bersaglio dei nostri governanti sono finiti i soggetti minori di età. Infatti il 10 febbraio scorso è stato approvato dalla Camera dei deputati il ddl 2953\2015, che prevede l’abolizione di tutti i tribunali per i minorenni d’Italia.
In nome di una presunta efficienza del processo. In nome di presunti tagli alle spese. In nome dello Stato, che non è più uno Stato di diritto. Ma i giornali e televisioni non ne parlano: solo qualche sparuta intervista a dei giudici minorili che va a mescolarsi al marasma di altre notizie, spesso inutili. E nel silenzio generale si celebrano i funerali della giurisdizione minorile, il fiore all’occhiello dell’Italia in tutto il mondo, dove il processo non è diretto a punire sic et simpliciter la reità, ma ha la funzione di emenda, volto com’è al recupero dei minorenni in ambito penale ed alla loro difesa da condotte pregiudizievoli in sede civile. Un processo che mette al centro i minorenni, cui viene concessa una tutela rafforzata, e che si celebra in un luogo non ripetibile presso i tribunali ordinari, il tribunale per i minorenni, appunto, dove s’intrecciano competenze diverse: quelle di avvocati, magistrati, psicologi e psichiatri infantili, operatori di case famiglia e dei servizi sociali, creando una rete a difesa di bambini e ragazzi.
Perché il processo minorile, senza il tribunale per i minorenni, verrebbe definitivamente meno. Ma nessuno ne parla. Nessuno dice che vi è una precisa volontà politica di eliminare dal nostro sistema legislativo e dalla nostra realtà sociale questi importantissimi presidi di democrazia. Pensiamo alla situazione della nostra città: a fronte del fenomeno delle baby gang e della criminalità minorile si abolisce il tribunale per i minorenni, e con esso la procura minorile, ma si militarizza il territorio. Cosa costa di più? Cosa è più efficiente? Dei militari armati o un tribunale creato a misura di minori? E non è vero che è prevista l’istituzione del tribunale della famiglia. Questa era la previsione nella vecchia formulazione del disegno legge, prima del cd. emendamento Ferranti, che ha previsto, invece, l’istituzione delle sole sezioni specializzate per la famiglia presso i tribunali ordinari. Ma che differenza c’è? La differenza è abissale. Faccio un esempio molto semplice: è come se decidessero di abolire un importantissimo ospedale pediatrico quale il Santobono e prevedessero l’istituzione di un semplice reparto di pediatria presso il Cardarelli; anche un idiota si rende conto che non sarebbe la stessa cosa. La verità è che se venisse effettivamente abolito il tribunale per i minorenni si iscriverebbe una seria ipoteca sul futuro dei nostri giovani. Per questo stiamo preparando una serie di proposte, al fine di apportare al disegno legge i dovuti correttivi. Ma soprattutto stiamo dando corso ad una serie di iniziative, compresi i due flash mob da me organizzati che si sono tenuti i giorni scorsi fuori al tribunale per i minorenni di Napoli, per dire no all’abolizione dei tribunali minorili. Facciamo tutto questo per informare. Perché la gente sappia. Perché la gente finalmente s’indigni. Per dare voce a chi voce non ha: i minori di età.
Avv. Maria Giovanna Castaldo, Avvocato minorile
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