“Non dimenticare significa anche non sottrarsi al dolore della memoria. Riconoscere di avere necessità di eroi significa aver coscienza di quanto ancora si debba fare. E studiare, perché se Peppino Impastato è oggi ricordato come uno dei pochi rivoluzionari italiani lo si deve alla sua volontà di capire, di analizzare, di studiare appunto”. Lo scrive con un post su Fb Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, in occasione dell’anniversario della morte di Peppino Impastato, avvenuta per mano della mafia il 9 maggio 1978. “Con una laurea in Filosofia ha dato enorme fastidio ai potenti di mafiopoli, con una laurea in Filosofia ha proposto analisi lucide di come Cosa Nostra sia antiumana ed antidemocratica”, aggiunge Morra.
Ma in quella stessa data, a chilometri di distanza, a perdere la vita, anzi, a venire ucciso, è anche Aldo Moro. “Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all’apice dell’aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro”. Il ricordo dello statista e leader democristiano nel messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.