Si chiama attualmente AD109 ed è una pastiglia che, assunta una volta al giorno, può alleviare i sintomi dell’apnea notturna e ridurre il russare nel sonno.
A produrla saranno gli esperti dell’azienda statunitense Apnimed, che hanno avviato la fase di sperimentazione di una compressa a base di due principi già noti, che potrebbe essere in grado di ridurre i problemi di apnea notturna fino al 74 percento.
“In Gran Bretagna ci sono almeno due milioni di persone a soffrire di questi disturbi – affermano i vertici di Apnimed – e l’apnea ostruttiva del sonno (OSA) provoca fenomeni di russamento e respirazione interrotta. Si tratta di una patologia più comune negli uomini di età superiore ai 40 anni, specialmente se obesi, ma anche le donne e gli altri soggetti possono soffrirne”.
Per la compressa AD109, il team ha utilizzato due farmaci: l’atomoxetina e l’ossibutinina. La prima è nota da quasi 20 anni ed è utilizzata per trattare i disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini, aumentando i livelli di una sostanza chimica del cervello chiamata noradrenalina, che aiuta a migliorare la concentrazione.
L’ossibutinina, invece, viene prescritta ai pazienti con incontinenza urinaria, e riduce gli spasmi nei muscoli che controllano la vescica. La combinazione dei due principi attivi dovrebbe agire sui muscoli che controllano la lingua.
“Il suono del russare si verifica quando i muscoli delle vie aeree, che durante il sonno si rilassano, collassano completamente e l’aria viene forzata attraverso uno spazio più piccolo nella gola e si può verificare un’interruzione della respirazione per dieci secondi o più, il che porta al risveglio. Nei casi più gravi, il sonno può essere disturbato ogni due minuti”.
I trattamenti principali prevedono cambiamenti nello stile di vita come perdere peso, ridurre il consumo di alcol, dormire su un fianco o l’uso di dispositivi a pressione positiva continua (CPAP), che però risulta ingombrante e poco pratico per molte persone.
“Una pillola da assumere oralmente una volta al giorno – commentano gli scienziati – potrebbe rappresentare un trattamento efficace per l’apnea notturna. Nel 2018 presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston l’atomoxetina e l’ossibutinina sono state somministrate contemporaneamente a una popolazione di 20 russatori, e dopo una sola notte i risultati sono stati tanto promettenti che alcuni pazienti sono passati da una media di quasi 30 interruzioni respiratorie ogni ora a circa sette, un calo del 74 percento”.
Tra gli effetti collaterali dei farmaci vi sono secchezza degli occhi, crampi allo stomaco e sonnolenza per l’ossibutinina e depressione e pensieri suicidi per l’atomoxetina, ma gli esperti di Apnimed sono ottimisti sulla sperimentazione in fase di organizzazione.
“Si tratta di risultati preliminari interessanti – commenta Neil Stanley, esperto indipendente e membro della British Sleep Society – ma sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire la durata degli effetti e l’efficacia del farmaco”.
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