AD10S: solo le lacrime possono spiegare il rapporto tra Napoli e Maradona

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di Omar Olino.

Ho pianto. Ho pianto come un bambino. Da solo, senza farmi vedere, cercando di essere lontano da tutti gli occhi del mondo. Esattamente come ho fatto quando ho perso qualcuno di caro, un familiare, un amico.
Sto in silenzio, non riesco a parlarne. Rifiuto qualsiasi discussione sulla cosa.
Ho letto, ascoltato tanto e penso che spiegare sia impossibile. Spiegare cosa sia per me. Spiegare cosa sia per Napoli.
Qualcuno molto più capace di me non ci è riuscito, figuriamoci se posso riuscirci io.
Semplicemente non si può spiegare. È una di quelle cose che o le vivi o non le capisci.
Maradona per noi è qualcosa che non si spiega. Da piccoli era entrato nel nostro gergo fanciullesco: “uà e passa sta palla, non fare Maradona”.
Maradona è ricordo. Tutti tutti tutti noi, ma proprio tutti hanno un ricordo legato a Maradona, seppur indirettamente. Tutti i ragazzi della mia età hanno sicuramente un ricordo legato a lui. Io per esempio ricordo mio padre che stava sfondando una sedia a casa di amici la domenica prima del secondo scudetto. Eravamo a casa di amici di famiglia ed al gol del Milan gridò “spareggio” dando un cazzotto alla sedia che ancora ricordo. Poi il Milan quel giorno perse la partita ed in quella casa non si capì nulla.
Oppure ricordo di un Carnevale di tanti anni fa quando un me piccolino andava girando ovunque vestito da calciatore del Napoli a dire che era Maradona.
Maradona è gioia, emozione. Maradona per noi è stato un riscatto. Per quanto a molti fa storciare la faccia il discorso come “calcio riscatto sociale”.
Andatelo a dire agli argentini che il calcio non può essere riscatto nemmeno durante quel famoso Argentina-Inghilterra ai mondiali messicani, quando il loro calciatore più rappresentativo abbatteva la corazzata inglese. Argentina ed Inghilterra pochissimi anni prima erano in guerra per le isole Falkland. Andatelo a dire agli argentini che quella fu solo una partita, quando il loro 10 prima beffò gli inglesi con una vera e propria ladrata e poi, come a volersi far scusare, andò a siglare il gol più bello e più ricordato della storia del calcio.
Il giocatore più forte della storia del calcio. È stato qui, nella nostra città, in un momento molto particolare, lui decise di venire a giocare qui e diventò un vero napoletano, molto più di tanti napoletani che della nostra città hanno solo il luogo scritto sulla carta d’identità.
Non si può spiegare cosa sia stato Maradona per noi. Cosa sia stato Maradona per me. Pur solo sfiorandolo, mi è entrato nelle vene e non è mai andato via.
Diego era il calcio, ma è andato oltre il calcio.
Tutto il mondo lo piange. Questa città un po’ di più.

Ciao Diego. Grazie