Addio alla Regina Elisabetta, oggi i funerali solenni

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Il solenne funerale di Stato della regina Elisabetta potrebbe diventare la trasmissione televisiva più vista di tutti i tempi, con 4,1 miliardi di spettatori

E’ già affollata l’abbazia di Westminster, a due ore dall’inizio del rito religioso solenne dei funerali di Stato della regina Elisabetta, fissato a Londra per le 11 locali (le 12 in Italia). Dalle 9 locali restano libere solo le prime file, destinate a reali e dignitari stranieri che arriveranno fra gli ultimi.

Sui circa 2000 ospiti che la chiesa può accogliere all’interno, primi ad arrivare sono state le persone ‘comuni’ in grado di mettere le mani su un invito, i volontari di associazioni caritative patrocinate dalla Royal Family (che re Carlo e gli altri reali hanno voluto coinvolgere secondo tradizione), alcune celebrità ed esponenti politici di ogni colore: ministri del governo Tory di Liz Truss (con il titolare delle Attività Produttive, il tradizionalista brexiteer Jacob Rees Mogg, in abito nero da funerale old fashion e cilindro in testa fino all’ingresso), il leader dell’opposizione Keir Starmer, parlamentari, veterani di tutti i partiti.

E’ stato visto entrare pure Tom Parker Bowles, figlio 47enne nato dal primo matrimonio di Camilla (prima regina consorte ufficialmente divorziata nella storia britannica) con l’ufficiale Andrew Parker Bowles. Il solenne funerale di Stato della regina Elisabetta potrebbe diventare la trasmissione televisiva più vista di tutti i tempi, con 4,1 miliardi di spettatori. Si tratta di stime tutte da confermare circolate in questi giorni sui tabloid britannici e rilanciate oggi dal Daily Mail.

Ci saranno anche i principini George e Charlotte, di 9 e 7 anni, secondo e terza nella linea di successione al trono britannico, fra i componenti della famiglia reale che seguiranno nelle prossime ore il feretro della regina Elisabetta nel breve corteo dalla Westminster Hall all’abbazia di Westminster per il solenne funerale di Stato. Lo riferiscono i media citando il programma ufficiale del cerimoniale diffuso a tarda sera dal palazzo.

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La cerimonia a Westminster Hall si è formalmente conclusa e le porte sono state chiuse al pubblico in vista dei funerali di Stato. Per cinque giorni, decine di migliaia di persone hanno fatto la fila per ore prima di passare davanti alla bara per l’ultimo saluto. I funerali si svolgeranno nell’Abbazia di Westminster davanti a circa 2.000 invitati.

Re Carlo III ha rivolto ieri sera un grazie, anche a nome della regina consorte Camilla, per gli atti di omaggio e le testimonianze di “rispetto verso lo spirito di servizio della mia cara madre” manifestati in questi 10 giorni nelle 4 nazioni del Regno Unito e nel mondo. “Mentre ci prepariamo al nostro ultimo saluto – scrive Carlo in relazione al funerale della regina Elisabetta e mentre si chiudono gli accessi alla camera ardente di Westminster Hall – voglio semplicemente ringraziare tutte le innumerevoli persone che sono state così tanto di sostegno e conforto a me e alla mia Famiglia in questo tempo di dolore”.

E per sfilare di fronte al feretro della sovrana di una vita, accomiatatasi dalla storia l’8 settembre a 96 anni, 70 dei quali trascorsi sul trono del Regno Unito. Un Paese che – seppure non senza la cospicua eccezione di chi la monarchia non l’ama – sta sugellando il lungo addio alla figlia di Giorgio VI nel segno del tributo, dell’emozione, del ricordo. E di un silenzio crepuscolare da osservare compatti al rintocco del Big Ben alle otto di sera.

L’ora in cui il saluto di popolo a Sua Maestà cede il passo al primo appuntamento collettivo dell’ossequio ufficiale e solenne dei potenti della Terra: circa 500 dignitari provenienti dai ogni latitudine per onorare una donna che nel 1952 indossò a 26 anni la corona in un pianeta laddove i vertici degli Stati erano ancora occupati tutti da uomini, come ha ricordato la neo regina consorte Camilla: una donna che nelle parole del commosso elogio londinese del presidente americano Joe Biden ha contribuito a lasciare dietro di sé “un mondo migliore”.

Dignitari che chiuderanno il cerchio delle cerimonie funebri con le grandiose esequie di Stato predisposte nell’abbazia di Westminster, le prime da quelle concesse a Winston Churchill nel 1965 e le più imponenti nella storia contemporanea del globo. Ma che già in serata – nel programma previsto per i leader di più alto rango, come Biden o Sergio Mattarella fra gli altri – sono chiamati a partecipare a un tradizionale ricevimento di benvenuto a Buckingham Palace, offerto da Carlo III, nuovo monarca e primogenito di Elisabetta, con Camilla al fianco.

Occasione per scambiare scampoli di memoria, messaggi di condoglianze e sguardi sul futuro. Non senza qualche polemica geopolitica di sfondo. E qualche curiosità sulle fibrillazioni interne alla Royal Family: in testa il giallo sull’invito a Harry e Meghan, dapprima recapitato dal cerimoniale e poi revocato, a dar credito alla stampa, non essendo più i duchi di Sussex membri attivi della dinastia dopo il trasferimento negli Usa.

Un evento nel quale a Carlo, 74 anni e una lunghissima vita pubblica da erede alle spalle, tocca in ogni modo svolgere ora il ruolo di attore principale. Con i vertici politici dell’isola accanto, a iniziare dalla neo premier Tory, Liz Truss, costretta a debuttare sulla scena nel pieno di un passaggio epocale, oltre che di una crisi internazionale e interna sempre più allarmante. Mentre a far rumore resta l’eco delle polemiche sugli inviti fatti o negati.

Da quello confermato alla Cina, nella persona del vicepresidente Wang Qishan, malgrado le proteste sul “genocidio degli uiguri nello Xinjiang” denunciato di recente nero su bianco dal Parlamento britannico. A quello sparito dal tavolo al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, imbarazzante alleato del Golfo.

E soprattutto a quello rifiutato fin dall’inizio alla Russia di Vladimir Putin: esclusa al pari dei soli Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Siria e Venezuela. Un’esclusione, questa, che evidentemente brucia a Mosca, dove la portavoce Maria Zakharova non ha esitato ad accusare Downing Street di aver voluto “strumentalizzare una tragedia nazionale, che ha toccato i cuori di milioni di persone nel mondo per regolare qualche conto contro il nostro Paese”.

E di agire in modo “profondamente immorale”, addirittura “blasfemo” nei confronti della stessa memoria di Elisabetta II. Toni che stillano irritazione, in un momento nel quale la guerra in Ucraina ha portato le relazioni fra Londra e Mosca a uno stadio da Guerra Fredda, se non peggio.

Mentre a moltiplicare l’effetto dello schiaffo al Cremlino è il trattamento da capo dello Stato riservato dal Regno alla first lady ucraina Olena Zelenska: sfilata a Westminster Hall dinanzi al catafalco reale subito dopo la sosta con segno delle croce di Biden e della moglie Jill; ricevuta con tutti gli onori a palazzo per il banchetto serale; e incontrata a tu per tu prima di tutti da Kate, neo principessa di Galles e consorte dell’erede al trono. Nella cornice di un lutto riflesso nei rituali abiti neri che nella circostanza non sono parsi indossati solo in onore della morte di una regina.