L’agente ferito è stato operato. All’ospedale Loreto Mare gli è stato estratto il proiettile ed ora è stato trasferito all’ospedale Cardarelli per ulteriori esami. Le sue condizioni vengono ritenute molto gravi.
Nella sala di rianimazione, al piano terra del Loreto Mare il sovrintendente Nicola Barbato lotta contro la morte, intubato e sedato. Ufficialmente è in prognosi riservata. I medici dell’ospedale di via Marina non hanno usato la formula “in imminente pericolo di vita”. Questo non vuol dire però, che il poliziotto non si trovi in una condizione di grande pericolo. La ferita che dà maggiore preoccupazione ai medici che lo tengono in cura è quella alla nuca. C’è, infatti, una frattura vertebrale che non può essere trattata chirurgicamente.
C’è un edema midollare che dà apprensione ai chirurghi. Se dovesse salire verso l’alto quell’edema potrebbe, lasciare segni indelebili o addirittura provocare una crisi respiratoria tale da determinarne il decesso. Se l’edema sale può provocare la parziale o completa perdita del movimento volontario a causa della incapacità di controllo di uno o più muscoli. In base alla gravità del trauma subìto può essere compromesso in maniera permanente l’articolazione di tutti e quattro gli arti del corpo.
Sta di fatto che quarantotto ore sono poche per poter fare previsioni. La prospettiva più ottimistica è che, riassorbito l’edema, si accerti che il midollo non abbia subito danni. In tal caso bisogna soltanto aspettare che termini la convalescenza. Ieri, comunque, per un attimo soltanto l’agente ha aperto gli occhi. Proprio quando alcuni parenti erano entrati in rianimazione, aprendo la strada alla speranza.
In ogni caso il dramma del poliziotto napoletano ripropone la questione dei macchinari obsoleti di cui sono dotati gli ospedali cittadini. Il sovrintendente, l’altro giorno, dopo l’intervento chirurgico è stato trasportato in ambulanza fuori dall’ospedale in una struttura asl per essere sottoposto a esami diagnostici perchè i macchinari del Loreto Mare sono fuori uso.
La foto in copertina è del deliquente che ha sparato alle spalle Nicola Barbato, il nome Raffaele Rende
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