Aggressione a Gianni Lanciano, Davide Estate: “Non è stata solo una bravata”

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A seguito dell’aggressione ai danni del cinquantenne Gianni e della sua dichiarazione all’arresto dei balordi che hanno compiuto quel gesto- che è offesa per tutte le persone oneste- tante sono le riflessioni che stanno girando sui social

Mi sono soffermata su una in particolare.

Quella di Davide Estate, nipote di Maurizio Estate, vittima innocente di camorra, ucciso a soli 23 anni e Medaglia d’Oro al Valore Civile, per quello che fece e che gli valse la vita.

Davide è cresciuto con suo zio Maurizio, ed è impegnato, come familiare di vittima innocente, nel contrasto alla criminalità.

Lo fa, in primis, da cittadino e familiare, ma anche come presidente di una delle associazioni territoriali anti racket.

Mi è sembrato giusto condividerla, perché Davide e la sua famiglia vivono con un dolore che è stato trasformato in impegno e nella memoria del gesto di Maurizio, che scelse di essere dalla giusta parte, sventando una rapina ai danni di un cittadino come lui, senza conoscerlo, ma a solidarietà di un sopruso.

Davide ha espresso il suo disappunto, con una disamina giusta e precisa, senza tralasciare accadimenti già visti che altre vittime innocenti hanno fatto.

Ricorda l’uccisione di Francesco Della Corte, guardia giurata che venne barbaramente aggredito da tre ragazzini, nella metropolitana di Piscinola dove lavorava. Aveva 51 anni, mori dopo due settimane in ospedale…

Come dimenticare Arturo Puoto, che venne accoltellato alla gola da un branco di minorenni, nel tentativo di rapinargli il cellullare? Arturo si salvò, ma porta sul corpo e nell’anima ciò che gli è stato inferto.

Anche allora si trattò di bravata?

Ed il povero Salvatore Buglione, che venne ucciso mentre era intento ad aiutare la moglie che stava chiudendo la sua edicola? Anche li sempre e solo bravate.

La vittima, il 51enne Gianni, dichiara di non avercela con quei ragazzi e lancia un messaggio ai giovani, per impegnarsi a ricercare un lavoro, un impiego, nonostante tutto e le difficoltà. Sono parole di chi ancora crede che si possa cambiare.

Le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre”, così scriveva Carlo Levi.

Tuttavia, oggi, le parole rischiano di essere leggere perché, sempre più di rado, sopportano il peso di un pensiero o di una riflessione profonda.

Di seguito la riflessione di Davide Estate .

-“Ed ora gli arrestati piangono perché infondo era una bravata… Volevano andare a mangiare un panino poi hanno visto il povero Giovanni e hanno pensato che in fondo era forse più divertente del panino, rubargli il motorino, ed aggiungere alla rapina anche di pestarlo con calci e pugni anche quando era a terra inerme. Uno di loro, come si vede in video, cerca di speronarlo con la ruota… È una bravata… Così come uccidere una guardia giurata sotto la metro o accoltellare un ragazzino mentre va a ritirare le ricette dal medico…

È una bravata anche uccidere un padre che va a prende la moglie alla sua edicola?

Sono tutte bravate… cosi come lo stupro di branco di una ragazza in corso Vittorio Emanuele sotto casa qualche anno fa che non dimenticherò mai… E dopo la bravata tutti a casa come se non si fosse commesso nulla di grave…

Del resto cosa si è mai commesso, che non sia ritenuto normale, per loro, per il branco?

Nell’omertà, nel girarsi dall’altra parte si è complici di quegli stessi che commettevano il reato.

Le mani e le anime, sono sporche come quelle degli aggressori.

E le vittime?

Alle vittime ci pensate?

E se fossero vostri figli, fratelli, cugini, padri, madri? Sareste così indulgenti?

Anche con chi era lì e non ha fatto nulla… Si è fatto i fatti suoi.

Ma quale sono i fatti nostri, se non frapporci tra le vittime e i carnefici?

Non so voi, ma io non mi volterò e mai mi sono voltato dall’altra parte.

Perchè è in questo che si misura la dignità della vita umana.”-

Davide Estate