Da una vecchia fotografia di famiglia, ritrovata a casa di un cugino in
America, Antonia Arslan scopre la vicenda perduta e ora ritrovata di una giovane antenata
armena, Aghavnì. E da qui trae un racconto avventuroso di dolore e di coraggio, di morte e di rinascita che culmina in uno strano Natale, in un misterioso presepio che diventa un riscatto dei cuori.
Il destino di Aghavnì, toccante storia natalizia della grande scrittrice di origine armena, ci proietta nella primavera del 1915, pochi giorni prima dell’inizio del genocidio degli armeni, in una Piccola Città del centro dell’Anatolia e ci accompagna, prendendoci per mano con la suggestione del racconto orale e la dimensione della fiaba in una narrazione che è incontro tra storia ed invenzione. Ce ne parlerà a Napoli, il 27 dicembre alle ore 16,30 al Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, Sala Capitolo, in anteprima nazionale con letture dal testo a cura di Salvatore Guadagnuolo e Giuseppe Coppola di Agita Teatro, accompagnati dalla fisarmonica di Mari Zingarina e la conduzione di Donatella Trotta.
Continua con questo speciale appuntamento la costellazione di eventi della rassegna natalizia “Stelle di Pace” di Kolibrì (reading in contrappunto musicale, laboratori per bambini e adulti, mostre, concerti e spettacoli, realizzati in sodalizio con Agita Teatro, Voce alle Arti, Accademia Belle Arti Napoli, con il patrocinio del Consolato onorario del Portogallo), promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del palinsesto “Altri Natali”.
Che dopo l’evento inaugurale il 13 dicembre, l’avvio degli incontri quotidiani di lettura, musica e laboratori dal 14 dicembre, l’affollata inaugurazione, il 20 dicembre, dell’originale percorso espositivo collettivo «Ogni fine è un nuovo inizio» (site specific nel Corridoio di S. Tommaso a S. Domenico Maggiore, frutto della prima edizione di un contest promosso da Kolibrì per i suoi vent’anni di impegno di promozione culturale e form/attiva dalla parte dei più giovani, in collaborazione con la Scuola di Design della comunicazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli), aperto al pubblico fino all’8 gennaio 2023, e lo spettacolo «Lenòr» (con Nunzia Antonino, regia di Carlo Bruni) in omaggio a Eleonora Pimentel de Fonseca, il 21 dicembre al teatro Nuovo riempito da 230 spettatori, riprende dopo la pausa natalizia martedì 27 con Antonia Arslan: scrittrice, traduttrice e studiosa di origine armena, Emerita di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova, autrice di saggi sulla scrittura femminile che hanno rivalutato le scrittrici italiane dimenticate o ignorate del passato, divenuta poi paladina e custode della cultura armena con un cammino d traduzioni e ricerche culminato nel suo primo romanzo, La masseria delle allodole (2004), tradotto in 23 lingue e divenuto film dei fratelli Taviani.
Impegnata da anni in conferenze, manifestazioni culturali e incontri con studenti nelle scuole per promuovere la conoscenza del popolo armeno e della sua storia e divulgarne la memoria (anche del Metz Yeghérn, “il Grande Male”, l’olocausto degli Armeni), Arslan ha pubblicato molti altri libri che, come quest’ultimo, attingono a memorie familiari intrecciando cultura italiana e armena.
La rassegna “Stelle di pace” prosegue il 28 e 29 dicembre con i Reading e laboratori per bambini per culminare, venerdì 30 dicembre alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi, con «Carols per (ri)nascere», musiche internazionali in un concerto corale e strumentale per la pace eseguito dall’Ensemble e Coro Voce alle Arti diretto dal maestro Antonio Berardo (ore 19,30 Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore, piazza del Carmine 2: ingresso gratuito).
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