Persone negative, o “vampiri energetici” per meglio dire in gergo tecnico. No, non sono i vampiri delle leggende metropolitane, tranquilli, non sono i nuovi Conte Dracula, seppur ( in senso strettamente figurato ), succhiano anche loro. Non sangue, ma energia. Faccio una mia breve premessa: nel corso della mia vita ho incontrato parecchie persone lamentose, pronte a giudicare tutto e tutti, sempre pronte a dire che loro soffrono più di tutti, che incolpano altri di ciò che accade loro, senza che loro stessi muovano un dito per cambiare il proprio status … Confesso che conforta oggi, conforta domani … beh, ad un certo punto subentra una sorta di rifiuto, non si riesce davvero a sopportarli! Col senno di poi mi rendo conto che in realtà magari stanno soffrendo davvero, ma non per ciò che dicono, ma di una vera e propria sindrome, il vittimismo! Ecco, le persone tossiche e negative non sono le persone tristi o coloro che magari stanno attraversando un momento difficile, ma sono persone che scaricano sugli altri i propri problemi o non tengono in considerazione le esigenze e i diritti degli altri. A quanto pare tutti siamo destinati ad incontrare queste persone tossiche e nocive, che entrano nella nostra vita per rubare linfa ed energia vitale, per prosciugare tutte le forze che albergano dentro di noi: da ciò che ho appreso, alcune non sono neanche consapevoli di quanta negatività portano nella vita degli altri, semplicemente perché quel fare pessimistico e distruttivo è l’unico che conoscono. Altri invece sembrano vivere assolutamente per quello, per minacciare la salute e il benessere degli altri. Nelle mie esperienze di vita ho potuto riscontrare un aspetto comune nelle varie persone negative che hanno incrociato il mio cammino: sono tutte persone molto abili a mascherare la loro vera natura e in più sono anche molto bravi ad ottenere affetto e fiducia delle loro vittime ( confesso che in questa trappola ci sono cascato più volte, forse preso da tenerezza verso persone che pensavo bisognose di aiuto ).
Ho avuto modo di poter fare una chiacchierata sul tema con il dott. Francesco Minelli, noto psicologo del panorama nazionale, per cercare delle risposte ad alcuni miei interrogativi:
Francesco, secondo te, da esperto in materia di psicologia, chi è la persona negativa? Ci fai un identikit?
Si, certamente. Innanzitutto vorrei iniziare dicendo che non esiste necessariamente la “persona negativa”, ma più un atteggiamento negativo che prevale nella personalità. La negatività può originarsi da sfumature del nostro umore in vari modi, in particolare quando mostriamo emozioni “negative” quali rabbia, tristezza, paura. Nonostante ciò possiamo comunque individuare alcune caratteristiche delle persone percepite come “negative”: la tendenza a lamentarsi continuamente senza cambiare mai la loro situazione, un orientamento pessimistico verso la vita, una scarsa fiducia in se stessi o nelle relazioni con gli altri e una tendenza a dare sempre molta importanza agli aspetti negativi delle situazioni. Ognuno di noi può manifestare queste caratteristiche, ma chi mostra un atteggiamento negativo di base le mostra costantemente.
A me piace guardare un fenomeno sotto tutti i punti di vista, mi piace indagare a 360° … Motivo per cui spesso mi chiedo, e chiedo anche a te Francesco: ma se la persona negativa sia proprio io? Cioè, guardando l’altra faccia della medaglia, cosa farebbe una persona se io mi comportassi da “lamentoso cronico”? Mi allontanerebbe? In tal caso io come potrei sentirmi interiormente?
La tua riflessione è sicuramente interessante e mostra un certo livello di consapevolezza. Il fatto di porti queste domande indica che riesci a calarti in una modalità curiosa e costruttiva verso i tuoi stessi comportamenti e verso le tue reazioni emotive. Questa consapevolezza indica che puoi “osservarti dall’esterno” così da comprendere i perché delle tue reazioni ed eventualmente modificarle.
Partendo da questo presupposto, potremmo chiederci:
– “c’è qualche motivo per il quale dovrei sentirmi o comportarmi così?”
– “il mio lamentarmi ha una qualche funzione o motivazione specifica?”
A questo punto, le risposte a queste domande potrebbero nascere da un elemento giudicante, ad esempio “sono fatto così, mi lamento perché non so fare di meglio..” oppure mantenere una modalità costruttiva, ad esempio “c’è qualcosa che mi fa soffrire, non riesco ad affrontarla da solo e nel lamentarmi provo a sfogarmi o a trovare qualcuno che mi aiuti”. Ovviamente questi sono solo alcuni esempi che ci possono aiutare ad andare più a fondo. Purtroppo, ciò spesso non avviene perché quando ci lamentiamo e basta non creiamo un legame ma tendiamo ad utilizzare l’altro come valvola di sfogo. Quindi si, l’altro potrebbe allontanarti perché appesantito da questa modalità relazionale e ciò potrebbe fare molto male, a seconda delle ferite emotive che ci si porta dentro. Sentirsi allontanati e rifiutati è sempre molto doloroso, ma si può imparare a chiedere aiuto in una modalità decisamente più costruttiva, partendo dal farsi le domande che ti sei posto.
Perché alcune persone preferiscono essere negative e infelici?
Questa che mi poni è una domanda molto complessa e va valutata caso per caso. Quello che però posso dirti, in base alla mia esperienza, è che spesso non è una scelta. Magari si è cresciuti in un contesto disfunzionale e tossico e si è imparato ad aspettarsi sempre dolore e frustrazioni, oppure ci si è costruiti un’identità basata sul modo in cui siamo stati trattati. Quello che dico sempre però, anche ai miei pazienti, è che ognuno di noi percepisce il mondo in base ai tanti condizionamenti che ha ricevuto e questa percezione continua ad orientare tutte le scelte che fa. In questo senso, alcune persone preferiscono scegliere situazioni difficili e frustranti perché è il “male minore”. Scegliendo il male minore si evita un male maggiore. In pratica non scelgono perché si sentono libere, ma lo fanno in base a ciò che è meno pericoloso o doloroso. Un esempio può essere una donna che sceglie di restare in una relazione disfunzionale e tossica piuttosto che rimanere sola e rivivere un doloroso abbandono e l’incapacità di cavarsela da sola. Una zona di comfort che ha le sembianze di una prigione.
Si dice che bisogna adottare soluzioni di positività verso i vampiri energetici ma ti chiedo: come si possono manifestare attitudini positive con le persone negative?
Non è assolutamente semplice e sicuramente non deve essere un obbligo. Per manifestare attitudini positive con chi si lamenta ed è costantemente negativo occorrono infatti tanta pazienza ed empatia. Un ottimo modo può essere quello di ascoltare ma porre dei confini (ad esempio far capire che si è impegnati anche in altro) e proporre delle soluzioni costruttive e non giudicanti, cercando di comprendere in profondità il loro punto di vista. Ovviamente ciò non è sempre semplice e quindi un ottimo modo può anche essere quello di suggerire di farsi aiutare da un professionista della salute mentale. Tuttavia, è fondamentale essere realisti: alcune persone potrebbero non essere pronte a cambiare e, in questi casi, potrebbe essere necessario distanziarsi per preservare il proprio benessere emotivo.
Ti faccio un’ultima domanda a bruciapelo, chiedo per me stesso e per un amico che mi ha chiesto esplicitamente di chiedertelo: ma se di tanto in tanto la mente viaggia e ci fa passare davanti a noi pensieri negativi pur non essendo noi tali, cosa significa? Siamo ugualmente da considerare persone negative?
Non preoccuparti se di tanto in tanto la tua mente vaga e tende a rimuginare su pensieri negativi, questo è molto comune. Come dicevo prima, l’etichetta “persona negativa” è un giudizio che poco spiega il perché avviene una certa reazione o comportamento. Le domande che ti sei posto poco fa sono un ottimo primo passo per andare ad indagare le motivazioni più profonde e per imparare ad ascoltarsi. Le emozioni negative non sono da demonizzare, fanno parte di noi e hanno tante informazioni utili se impariamo ad ascoltarle con più gentilezza e comprensione. I pensieri negativi sono normali, ma ciò che definisce chi siamo è soprattutto come ci rapportiamo a loro e come impariamo a gestirli.
Spesso è dura ammettere di avere a che fare con dei vampiri energetici, soprattutto quando siamo legati a loro in maniera affettiva. Però, per essere davvero felici nella vita, dobbiamo saper tagliare i rami secchi e circondarci solo di persone positive e vitali in grado di alimentare l’energia che abbiamo, e non di consumarla.