Per quasi cinquant’anni era stato dimenticato nei depositi del Museo archeologico di Napoli, ma ora il Cavallo Mazzocchi, ricostruito nel Settecento con piccoli frammenti di bronzo della grandiosa quadriga rinvenuta a Ercolano, fa bella mostra di sé nel salone della Meridiana, simbolo della mostra per i trecento anni dalla nascita di Johann Joachim Winckelmann (fino al 24 settembre).
L’archeologo tedesco scrisse di averlo visto nel museo ercolanese durante il primo dei suoi quattro viaggi a Napoli (1758), ma non fu tenero con la metodologia del restauro. Lo splendido cavallo (che deve il nome all’erudito capuano che ne scrisse la storia nell’iscrizione sulla base) mai valorizzato nel secolo scorso, oggi però si prende la sua la rivincita diventando l’attrazione della mostra ‘Winckelmann e le raccolte del MANN‘ voluta dal direttore Paolo Giulierini, alla prima uscita ufficiale dopo la sospensiva del Consiglio di Stato alla sentenza del Tar che lo aveva destituito.
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