Al Teatro Bolivar, diretto da Nu’Tracks, debutta il monologo dal titolo “Mi chiamo N.”, scritto e diretto da Massimo Piccolo e interpretato dall’attrice Noemi Gherrero con le musiche originali di Eunice Petito.
Lo spettacolo, prodotto da Moon Over, affronta una tematica delicata, e quanto mai attuale, per le donne, quale il “dover essere per poter apparire”, e il valore dell’arte come fuga e destinazione, grazie a una emblematica dedica/omaggio a Nina Simone. L’appuntamento è per sabato 25 febbraio alle 21.
Cosa lega una ragazza della periferia più remota di Napoli al genio di Nina Simone? E quale filo unisce Eunice K. Waymon (vero nome della Simone) con Cate, presenza costante quanto ingombrante nella vita della nostra N.?
«Mi chiamo N. diventa un racconto tra l’essere e l’apparire, che per le donne diventa un dover apparire, in un certo modo, anche solo per poter esprimere il proprio essere – spiega l’autore Massimo Piccolo – “Non l’ho costruito io questo mondo. Ma non per questo voglio rinunciare a viverci.”, dirà la nostra protagonista, perché, seppure la nostra società non sia in grado di offrire un finale consolatorio, l’unica possibilità per una reale prospettiva di cambiamento è quella di essere consapevoli di quanto ci succede intorno».
Musiche: Eunice Petito
Produzione: Moon Over
Durata: 58 minuti
Sinossi
“Mi chiamo N.” è la storia di una giovane donna della periferia napoletana che, per una strana e fortuita Epifania, vive in una simbiosi fantastica con Nina Simone. Accomunata alla Simone dalla passione artistica, ma anche dalla condanna a un’origine e un luogo a cui non sente di appartenere, N. troverà in questa proiezione l’unica possibilità di fuga dall’opprimente ambiente familiare e sociale. La storia agisce tutta sul doppio, la causa e l’effetto, il cedimento e la resistenza, che si esprimono nella tensione tra Eunice/Nina e Cate/N. Perché come per la Simone, Eunice rappresentava la vita prima di diventare la celebre Nina, così la nostra N. creerà Cate, un suo doppio da dover “uccidere” per la propria rinascita. Cate è la sua coscienza problematica, il lato ancorato al mondo che vorrebbe abbandonare, è quella parte di noi stessi che, con la costante creazione di conflitti e sensi di colpa, ci costringe a una esistenza dominata da atteggiamenti autodistruttivi. E così N. per provare a superare questo enorme ostacolo, utilizza le suggestioni della vita della Simone lasciandosi andare a una riflessione/confessione catartica senza pudori, ripercorrendo in un continuo gioco di rimandi allo specchio episodi della sua vita dall’educazione castrante alla necessità di indipendenza e di emancipazione. In un flusso intervallato soltanto da poche note jazz, N. condivide i passaggi dolorosi che hanno accompagnato la sua crescita, dalla morte del padre all’inaspettato scontro con l’odioso pregiudizio sulla sua origine e la sua Napoli, fino ad arrivare a focalizzare il tema centrale, e in qualche modo risolutivo, del testo: la condizione della donna tra l’essere e l’apparire, fino al “dover apparire” in un certo modo anche per poter esprimere “il proprio essere”, provocando però una sorta di corto circuito, finendo per alimentare un sistema che si vorrebbe combattere. Punto che viene esplicitato ancora meglio nell’ultima scena a sipario fintamente calato con l’entrata in scena del “regista· che, in una battuta, svela come anche in questa denuncia, lui non abbia fatto altro che usare, ancora una volta, il corpo della protagonista.
Massimo Piccolo
Nato a Pomigliano D’Arco è scrittore, autore e regista. Laureato in Lettere Moderne con un doppio indirizzo, Storia e Comunicazione di Massa, presso la facoltà Federico II di Napoli, si è Perfezionato in Scienze Umanistiche e nuove Tecnologie presso la stessa facoltà dove ha conseguito un master in Drammaturgia teatrale. Con il suo ultimo libro “Layla” ha vinto il bando sviluppo in una serie tv (con il massimo punteggio e contributo economico) della Film Commission Regione Campania. Il suo ultimo film cortometraggio “Dolly – la promessa·; è stato acquistato da Associak per il canale dedicato agli short movie di Amazon Prime.
Noemi Gherrero
Nata a Napoli, è attrice e conduttrice televisiva. Si è laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche presso l’Università l’orientale di Napoli. Dal 2021conduce su Rai3, la domenica mattina, il programma culturale “Le parole per dirlo”.!: ultimo film girato, nelle sale da questo maggio è “Vecchie canaglie” di Chiara Sani con, tra gli altri, Lino Banfi, Alessandro Haber e Gino Cogliandro. Dopo le esperienze fatte con il teatro di Dalia Frediani e Antonio Mocciola, con Mi Chiamo N. la Gherrero è pronta a mettersi in gioco con un testo che l’autore le ha cucito addosso partendo da alcune esperienze vissute dalla stessa interprete.
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