La fama di Valentina Nappi si spinge ben oltre i confini locali, cittadini e regionali, e arriva a livello nazionale. Succede, quando il porno si affranca da se stesso e diventa oggetto di un interesse mediatico e culturale, non solo appannaggio di pochi pervertiti, ma fenomeno di massa che vale la pena conoscere e indagare nel dettaglio. Succede anche grazie a pornostar come Valentina Nappi, che ha cambiato il modo di approcciare al porno (suo, e dei suoi “ammiratori”). E quando questo succede, succede anche che testate come Wired si interessino al porno, non più volgare espressione di una sessualità depauperata, privata di ogni immaginazione e desiderio, bensì manifestazione che ha molto da dire sulla società su come la società attuale sta cambiando.
Nella lunga intervista di Wired Italia a Valentina Nappi, 24enne pornostar napoletana che non sorride mai (“e si prende maledettamente sul serio”), non si è parlato solo di porno (come era prevedibile), ma anche di sesso, amore, cultura, educazione, famiglia. Valentina Nappi non si è sottratta al fuoco di fila di domande del giornalista. Anzi. Qui riportiamo alcuni stralci delle sue dichiarazioni più interessanti.
“La verginità non è un valore” ha più volte affermato Valentina. Lo conferma anche in questa occasione, raccontando: “Io ho perso la verginità a 12 anni con un pennone multicolor in bagno, ma ancora oggi c’è chi cerca la ragazza vergine. Il fatto che (la verginità, ndr) venga insegnata come un valore comporta il fatto che le donne esercitino sui maschi un potere smisurato”.
“Il femminismo è razzismo. È come dire bianchismo, o nerismo. Oggi non ha più senso essere femministe. Bisognerebbe essere antisessite. Io voglio distruggere la donna per quello che è comunemente: colei che fa sesso solo in un modo, la donna mamma. Non sono maschilista, sono misogina“.
“Così come non vorrei vedere un altro che la fa davanti a me, non la farei. Ma più che altro per la puzza. E perché ci sono dei batteri. Per questioni igieniche, comunque non per pudore”.
Valentina rivela anche i suoi gusti in fatto di porno. Perché lei non solo lo fa, ma lo guarda anche. “Mi piace parecchio la pornografia giapponese e guardo parecchio porno gay perché mi piace vedere due maschi che si baciano e che si inculano”. Ma il porno non è ancora sdoganato secondo Valentina. “Il porno è ancora ghettizzato su internet”. E poi, spiega Valentina, “si guarda gratis”, cioè “nessuno paga per questi servizi. E i soldi non ci sono”.
Soldi non ce ne saranno, come dice Valentina, ma l’immagine che viene fuori da questa intervista è quella di un porno che si sta, seppure lentamente, sdoganando dai pregiudizi e dai tabù, per diventare, come abbiamo scritto sopra, un fenomeno di costume complesso e stratificato.
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