“Alla fine saranno il Bene, la Giustizia, la Legalità, a prevalere” – di Davide Cerullo, scrittore

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il punto di vista.
Rubrica itinerante
“Alla fine saranno il Bene, la Giustizia, la Legalità, a prevalere” – di Davide Cerullo, scrittore

Quello che è successo il giorno 28 agosto 2012 alla vela celeste di Scampia con l’omicidio di Gennaro Ricci non deve assolutamente sminuire il nostro lavoro con i bambini.

Non dobbiamo avere paura di continuare a fare la nostra parte, a mettere a disposizione la nostra quota di responsabilità, oggi più di ieri. Per il bene dei bambini non possiamo
indietreggiare al primo colpo di vento, non ci possiamo permettere di archiviare le nostre speranze e di buttare all’aria tutto il lavoro fatto fino adesso.
Adesso dobbiamo gridare più forte le nostre idee, il nostro bene per quei bambini e per il loro territorio, la nostra voglia di cambiare, la nostra forza di non abbassare la testa, di non piegarci mai di fronte a chi si crede il più forte.
La camorra non vale niente e il camorrista ancora meno.

Le nostre SETI, sono le speranze dei bambini, e noi continueremo a stare dalla loro parte, sempre. Chiediamo tutti insieme con forza, pace per Scampia, la pace che si chiede per Scampia è la giustizia sociale, non l’ennesimo quieto vivere tra clan con il benestare dello stato. La pace o é giustizia o non é.
Chiediamo possibilità, voglia di cambiamento per i nostri territori, creando alternative, possibilità di lavoro, dare l’opportunità di scegliere per una vita normale. Dobbiamo gridare più forte in faccia, alle nostre coscienze e a quelle delle istituzioni, che vogliamo un cambiamento radicale nella lotta alla criminalità organizzata, fare tutti gli sforzi possibili per capire come sradicare alla radice questo male terribile che uccide i sogni della nostra terra e di chi ci vive. Vogliamo che vadano in vigore leggi più forti, costruire non una, ma diecimila occasioni per i nostri bambini che gli permettono di non scegliere la strada della mala vita. Deve andare via la camorra dalle vele, da Napoli, deve andare via la politica con le mani sporche, ”i loro visi sanno di plastica facciale” non vogliamo morire di camorra, vogliamo alzare gli occhi e guardare in alto, senza paura, ce lo chiedono i bambini che vogliono semplicemente giocare, e avere la possibilità di essere bambini, quei bambini che per questa camorra da quadro soldi, spesso fanno cassa.
Amici, collaboriamo tutti insieme, coordiniamoci, facciamo forza, noi dobbiamo essere l’anticriminalità organizzata, l’opposto di quello che è la camorra.
Dobbiamo oggi più di ieri avere un senso comune, libero dalla paura e dal ricatto, avere un senso energico per una mobilitazione collettiva delle coscienze. Per quello che sta succedendo alle vele siamo tutti chiamati in causa, tutti chiamati a fare tutto il possibile per migliorare la situazione. La gente onesta non può più stare zitta, non può più attendere, esige fatti, esige risultati. Chiedete con me, l’ordine, la legalità, la giustizia sociale, e un contrasto serio alla camorra da parte dello Stato.
La camorra fa schifo, è monnezza punto e basta, che SI ALIMENTA CON L’INDIFFERENZA E L’OMERTA’.
Abbiamo tutti il dovere di agire, di non arrenderci, di continuare a diffondere gli ideali, la lotta alla camorra è lotta per la libertà, per la democrazia.
E’ difficile coltivare la speranza in un contesto dove conta il denaro più della vita, ma noi non possiamo non sperare, non possiamo non credere ad un cambiamento possibile.

La camorra disprezza la vita, e per questo la uccide, e noi ci contrapponiamo ad essa, non gettando la spugna, non avvilendoci, ma con fede e maggior forza riprendiamo il cammino. Rombiamo il muro del silenzio, della paura, la mentalità del favore. Perché non è un uomo chi abbassa la testa, chi genuflette di fronte al potere, al sistema. Non è un uomo chi tace, chi fa silenzio, un silenzio egoistico, che è la maschera orribile della prudenza, del calcolo, della vigliaccheria, della volontà di non compromettersi, del desiderio ossessivo di non avere fastidi, della paura di schierarsi dalla parte del debole, dell’incapacità di prendere posizione contro l’ingiustizia.

L’unica speranza è non arrendersi mai. E come ci insegna una piccola, grande donna: “Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”.
Quella donna, è Rita Atria.

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