I sintomi delle due malattie sono a quanto pare sufficientemente simili da poter essere confusi. Con la differenza che la malaria non si rivela mortale quanto l’ebola. Rientra l’allarme ebola, che questa mattina ha tenuto in allerta tutti i napoletani e i puteolani, soprattutto quelli ricoverati negli ospedali Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli e Cotugno di Napoli.
Perché è prima nell’uno, poi nell’altro, che due immigrati, un uomo e una bambina con sintomi molto simili a quelli dell’ebola, si sono presentati e sono stati poi trasferiti in seguito all’attuazione dei protocolli internazionali per il contrasto alla diffusione del virus ebola che sta letteralmente devastando l’Africa, seminando il panico tra gli altri ricoverati, soprattutto nella struttura di Pozzuoli. Un allarme che fortunatamente è rientrato quando, grazie agli esami effettuati al Cotugno, si è accertato che la malattia in questione non era ebola, bensì malaria. Malaria che certamente i due extracomunitari, entrambi provenienti dal Burkina Faso e da poco rientrati in Italia, hanno contratto nel loro paese d’origine.
I medici del Cotugno sono stati categorici: hanno escluso la possibilità di presenza di un qualunque altro tipo di patologia infettiva. Nessun pericolo quindi per la popolazione partenopea. Ma il rischio che oggi si profila all’orizzonte è un altro: quello della psicosi. Incontrollata e incontrollabile, la paura della diffusione dell’ebola potrebbe provocare molti più danni della malattia stessa. Casi come questi non fanno altro che aumentare la tensione dei cittadini italiani e napoletani. Una tensione che potrebbe facilmente acuire problematiche sociali pregresse: prima fra tutte, quella scottante dell’accoglienza ai migranti, che, nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, continuano a raggiungere le coste italiane. Appena dieci giorni fa Napoli ha accolto uno sbarco di quasi 900 extracomunitari, alcuni provenienti anche dalla Nigeria, uno dei paesi più colpiti dal virus letale. Circa 200 di questi migranti sono stati accolti proprio in Campania. E cresce la paura che tra loro, o tra i prossimi extracomunitari che arriveranno, possa annidarsi il temibile virus dell’Ebola. Con ripercussioni che tutti possiamo facilmente immaginare sui già difficili rapporti della comunità locale con gli extracomunitari.
This post was published on Set 21, 2014 18:23
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